Ravenna, 29 novembre 2019 - Lo hanno fermato sabato scorso in aeroporto a Bologna mentre stava tornando nel Ravennate. Lui nega tutto, ma gli addebiti che lo hanno sin qui proiettato in carcere, sono decisamente pesanti: è accusato di avere per mesi stuprato la matrigna – esattamente da novembre 2018 e fino al luglio scorso – servendosi tra l’altro di farmaci per stordirla e renderla così incapace d’intendere e volere. Inoltre l’avrebbe minacciata di mostrare al padre alcune immagini intime di loro due assieme. Protagonista della delicata vicenda giudiziaria, è un giovane di origine straniera residente nel Ravennate e ora in cella a Bologna per effetto sia della convalida del fermo emesso dai pm titolari del fascicolo Alessandro Mancini e Antonio Vincenzo Bartolozzi che dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip felsineo Rita Zaccariello il quale, al termine dell’udienza di mercoledì scorso, ha restituito tutti gli atti per competenza territoriale a Ravenna. L’indagine era scattata in seguito alla denuncia presentata dalla donna. Dichiarazioni esplicite sui presunti abusi subiti quando il marito non era a casa: tutto confermato integralmente anche davanti al pm. Una ricostruzione, quella offerta dalla donna, non solo ritenuta plausibile: ma fin qui, secondo gli inquirenti, sorretta anche dagli elementi che il marito – ovvero il padre del giovane fermato – ha fornito. Due in particolare le circostanze che appaiono avere forte valenza accusatoria: da un lato l’uomo ha riferito di essere a lungo mancato da casa, lasciando cioè spazio ai presunti propositi del figlio sulla matrigna. E dall’altro ha spiegato di avere in un’occasione subito lui stesso la possibile somministrazione di un farmaco che gli aveva sdoppiato la vista fino a farlo cadere dalle scale. Una condotta insomma del tutto analoga a quella attribuita al ragazzo. Ma c’è di più: l’uomo ha perfino spiegato di avere visto con i propri occhi video di rapporti sessuali tra la moglie e il figlio e di avere personalmente estrapolato alcune immagini presentate a corredo di una denuncia depositata contro il ragazzo nel proprio Paese d’origine. Nel corso del lungo interrogatorio di convalida – è durato un paio d’ore – davanti al gip bolognese, l’indagato da parte sua ha negato di avere mai stuprato la matrigna. La sua versione è stata per certi versi speculare alla denuncia della donna: ha cioè in estrema sintesi sostenuto che all’inizio sarebbe stata la matrigna a costringerlo a rapporti sessuali, ricattandolo sulla base di taluni particolari della sua vita che la donna conosceva. In un secondo tempo, lui e la donna sarebbero diventati amanti con rapporti sessuali dunque consenzienti. Sul punto, ieri mattina il legale del ragazzo, l’avvocato Nicola Casadio, ha depositato in procura a Ravenna una memoria difensiva per chiedere specifici accertamenti.
CronacaStupro Ravenna, "Matrigna drogata e violentata". Arrestato il figliastro