Il basket si lecca le ferite, ma rilancia; il volley maschile alza l’asticella; il calcio ridimensiona. E il volley femminile resta diviso. Ecco lo stato dell’arte dello sport ravennate all’inizio del mese di giugno, ovvero quello deputato all’organizzazione della stagione successiva.
Non ci sono da fare capriole di felicità, perché Ravenna è letteralmente scomparsa dai radar dello sport nazionale di vertice, ma, coi tempi che corrono, bisogna sapersi accontentare. Fino a qualche settimana fa, le incognite maggiori riguardavano l’Orasì di basket. Il combinato disposto della retrocessione in serie B dopo oltre un decennio di A2, e l’alluvione che ha pesantemente colpito il main sponsor Unigrà, avevano fatto temere il peggio. Invece, nei giorni scorsi, il direttore generale Bottaro è uscito allo scoperto, garantendo che il campionato di serie B verrà onorato.
Il manager ravennate ha fissato anche qualche paletto (coach Lotesoriere confermato), oltre ad aver implicitamente lanciato l’allarme ‘affollamento’ al PalaCosta: "Mi piacerebbe pensare di restare ancora al Pala De Andrè, sapendo che, con tre squadre che già giocano al PalaCosta (Consar di A2; Mosaico e Pietro Pezzi di B), si farebbe fatica a trovare spazio nel weekend".
La Consar Ravenna, dopo i quarti dei playoff di A2 onorati fino in fondo contro Vibo, ha deciso di andare oltre. Nessuno ha parlato di Superlega, ma, migliorare l’8° posto è già qualcosa di significativo. Il tecnico e ds Bonitta punterà sul capitano Goi e sui baby che hanno vinto lo scudetto U19 (Mancini, Bovolenta e Orioli), ma i nomi che circolano per la campagna rafforzamento (il centrale Mengozzi, il regista Jovanovic e lo schiacciatore Van Garderen) non sono banali.
Passando al calcio, il Ravenna Fc non lo ha ancora reso noto, ma ormai è di dominio pubblico che dovrà cambiare il profilo del progetto. Dopo 2 stagioni di serie D affrontate con l’ambizione di stare in vetta per tentare un eventuale ritorno al professionismo, è venuto il momento di ridimensionare. La riforma fiscale dello sport dilettantistico e il nuovo inquadramento dei lavoratori sportivi, oltre ad una congiuntura economica complicata, hanno costretto ad un revisione del budget.
Si punterà allora, ancor più massicciamente sui giovani. La conferma di Gadda in panchina e del ds Grammatica, sono notizie che vanno in questa direzione. I giovani arriveranno da fuori, ma molti saranno indigeni, valorizzando il lavoro dell’Academy che, già, nel passato più o meno recente, qualche frutto concreto lo ha dato (Basti all’Inter, Fiorani all’Ascoli e Prati alla Spal). Da recuperare, però, c’è sempre il rapporto coi tifosi.
Proprio questo aspetto apre importanti scenari di riflessione legati all’appeal e all’affluenza. Dai 1500 dell’Orasì ai 700 della Consar fino ai 300 del Ravenna Fc (cui vanno sommati 700 abbonati, comprensivi però delle formule commerciali). Questi sono i numeri dello sport cittadino al botteghino. Di biglietto unico e di partnership, se n’è parlato altre volte. Gli ostacoli sono fatti per essere superati. Qualche idea – tipo un ‘due per tre’ – si potrebbe studiare, anche perché, non può essere sempre colpa degli altri.