Lugo (Ravenna), 23 maggio 2024 - Vendeva macchine industriali dopo aver sottratto i relativi progetti ad un’azienda lughese. Stiamo parlando di una società ‘marocchina’ che ha omesso di dichiarare al fisco italiano ricavi per quasi 1,2 milioni di euro ed evaso imposte per circa 130mila euro.
Lo scorso ottobre, al termine di complesse indagini finalizzate alla tutela della proprietà industriale, i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Ravenna (sotto la direzione della Procura della Repubblica di Bologna) avevano dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo per oltre 325mila euro.
Quattro le persone (di nazionalità marocchina ed italiana) destinatarie della misura, ritenute responsabili dei reati di ‘accesso abusivo a sistema informatico’, ‘furto aggravato’ ed ‘autoriciclaggio’. Era infatti emerso come alcuni dipendenti infedeli di una società di Lugo (attiva nel settore della progettazione e produzione di impianti industriali) si fossero impossessati di oltre mille disegni tecnici di proprietà della medesima, attraverso accessi abusivi ai sistemi informatici.
Comportamenti funzionali ad avviare un mercato parallelo di vendita di macchinari che, basandosi sui medesimi disegni, replicavano le caratteristiche tecniche degli ‘originali’, sottraendo ai titolari della proprietà industriale possibili quote di mercato e pregiudicandone gli introiti. In virtù delle peculiari competenze tecniche degli investigatori, gli accertamenti sulla vicenda sono proseguiti sul versante fiscale, al fine di ricostruire la misura degli illeciti profitti complessivamente realizzati. L’accurata analisi della documentazione acquisita nel corso delle indagini ha infatti permesso di accertare come le vendite dei citati macchinari siano state veicolate attraverso una società che solo formalmente aveva sede in Marocco, con l’effetto di occultarne i ricavi al Fisco italiano.
In realtà, tutte le operazioni venivano congegnate e poste in essere nella sede effettiva (a Faenza), con conseguenti ricadute su obblighi di dichiarazione e versamento delle imposte omessi. In particolare, all’esito della verifica fiscale, che ha riguardato i periodi di imposta dal 2017 al 2020, la società ‘marocchina’ ha come detto omesso di dichiarare al fisco italiano ricavi per quasi 1,2 milioni di euro ed evaso imposte per circa 130 mila euro.