Sempre molti rifiuti fuori dai cassonetti. La raccolta porta a porta a Ravenna presenta il conto che si materializza in rifiuti abbandonati, cestini lungo le strade pieni zeppi e una raccolta in affanno. Anche a causa del fatto che nelle tante zone "grigie" dell’affitto si abita senza avere la residenza; di conseguenza non si hanno i bidoncini per la raccolta e da qualche parte i rifiuti si devono pur mettere. E lo spazzamento manuale affidato da Hera al consorzio Ciclat che a sua volta ha messo al lavoro Colas e Copura – rischia di andare in sofferenza. E la Fp Cgil di Ravenna interviene sul tema del servizio di spazzamento manuale e della pulizia intorno ai cassonetti, nel territorio ravennate, che è svolto da alcune decine di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno ripuliscono strade, piazze, mercati e parchi.
"Lo svolgimento di questo servizio – spiega Luca Savini della Fp Cgil - è stato organizzato anni fa sulla base di una situazione che però è mutata radicalmente a partire dall’adozione della raccolta porta a porta. Con la nuova modalità di gestione dei rifiuti urbani, necessaria e inevitabile, ma sicuramente molto migliorabile, sono aumentati in modo esponenziale gli abbandoni di rifiuti in prossimità dei cassonetti rimasti in sede stradale, nei parchi e in alcune zone ‘sensibili’. Inoltre, i cestini stradali e dei parchi cittadini sono utilizzati in molti casi come ‘cassonetti dell’indifferenziata’, riempiti all’inverosimile di ogni rifiuto e spesso pieni di sacchetti condominiali". Una situazione già presente lo scorso anno, quando furono comminate oltre 300 contravvenzioni. "Sono stati 180 gli accertamenti della polizia locale con fototrappole e 70 accertamenti diretto da parte degli agenti – spiega Gianandrea Baroncini, assessore con delega, tra le altre, alla tematica dei rifiuti – e le segnalazioni di abbandono stanno scendendo ai livelli del 2021 dopo essere salite all’avvio del porta a porta. Ma molto dipende dalle zone e ad oggi, ad esempio, permangono molte segnalazioni in aree come la zona di via Grado, via Fiume, via Tommaso Gulli o attorno alle isole ecologiche del centro. Anche nel forese, che oramai si misura da anni con il porta a porta, abbiamo una serie di aree più decentrate e "nascoste" che sono soggette a segnalazione".
Secondo quel che lamenta Fp Cgil, i lavoratori si sono visti aumentare il carico di lavoro oltre che lo stress lavoro-correlato in quanto essi sono spesso bersaglio di lamentele e sfoghi di cittadini scontenti dell’attuale modalità di gestione dei rifiuti urbani collettività. "Chiediamo - conclude Luca Savini - a tutte le società e le istituzioni coinvolte di intervenire con rapidità per riorganizzare il servizio di spazzamento nella nostra provincia, adeguandolo alle mutate esigenze e realtà, aumentando la frequenza di pulizia in certe zone e rivedendo i reparti di spazzamento per conformarli alla realtà attuale ottenendo così il duplice risultato di garantire la piena occupazione per tutto l’anno ai lavoratori coinvolti". Giorgio Costa