Dopo l’ennesima lite con i vicini avrebbe sparato con una fiocina, fucile subacqueo utilizzato per la pesca, contro la fidanzatina del figlio della famiglia che vive nella stessa casa popolare a Bagnara, senza per fortuna colpirla. Per questo un 56enne di origine albanese, difeso dall’avvocato Francesco De Angelis, è a processo per minacce aggravate, tentate lesioni aggravate e porto abusivo di armi. Ieri mattina in tribunale a Ravenna, davanti al giudice Tommaso Paone, il viceprocuratore onorario Marianna Piccoli per l’uomo ha chiesto 9 mesi, mentre la difesa ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste.
I dissapori tra il 56enne e i vicini iniziano nell’estate del 2018, tra fine luglio e inizio agosto. A causa del caldo tutti tengono le finestre aperte e, come lamentato dall’imputato, i vicini di casa lasciano la tv a volume alto fino anche alle 2 o 3 di notte, poi in quell’appartamento c’è un via vai continuo di persone. Il 56enne si deve alzare presto per lavoro e così si lamenta, poi prova a fare presente il problema anche alla vicesindaca di allora, Carla Argnani, sentita come testimone durante il processo. La situazione peggiora con il passare dei giorni finché il 56enne a un certo punto – secondo l’accusa – esce dalla porta di casa e si affaccia sulle scale dove sta passando la fidanzatina del figlio dei vicini, entrambi minorenni, e spara col fucile da pesca. Sulla parete delle scale della casa popolare secondo l’accusa resta una scalfitura che sarebbe compatibile con la fiocina. Per questo il Vpo Piccoli ha chiesto 9 mesi per l’imputato, oltre alla trasmissione degli atti alla procura in relazione ai testimoni della difesa che avrebbero reso dichiarazioni difformi rispetto alle annotazioni della polizia giudiziaria. Tra l’altro nella fase di indagine, l’imputato ha negato di avere una fiocina, poi trovata senza il dardo nascosta sotto il frigorifero di casa. Sulla presenza dell’arma il difensore dell’imputato ha spiegato che il 56enne era solito andare nelle isole ecologiche a recuperare oggetti tra cui la fiocina, senza il dardo, che poi aveva dovuto nascondere per le lamentele della moglie che non voleva l’ennesimo oggetto in casa. L’avvocato De Angelis ha anche parlato dei dissapori tra vicini sfociati in dispetti quali lo spostamento di bici e moto fuori dalla casa popolare, problemi con il pagamento della luce condominiale e infine la denuncia dell’episodio della fiocina, definita "assurda e inverosimile". Dunque la difesa ha chiesto l’assoluzione da tutte le imputazioni perché il fatto non sussiste. La sentenza è attesa per metà novembre.
Milena Montefiori