REDAZIONE RAVENNA

Spaccio sul litorale. Sette finiscono in carcere

L’indagine era scattata dopo il sequestro di 10 chili di stupefacente a un abanese, di fatto domiciliato in un noto agriturismo alle porte della città.

Spaccio sul litorale. Sette finiscono in carcere

I carabinieri della Compagnia di Ravenna, con l’ausilio del nucleo Cinofili di Pesaro-Urbino e delle articolazioni territoriali dell’Arma interessate (Comacchio, Codigoro e Fano), hanno dato esecuzione a un’ordinanza di carcerazione emessa dal gip Janos Barlotti del tribunale di Ravenna, su richiesta della procura, nei confronti di 7 persone (italiane e straniere) e l’obbligo di presentazione per altre 4: sono accusate a vario titolo di traffico e spaccio di droga e di violazione della normativa sulle armi.

L’indagine era scattata con il sequestro di circa chili 10 circa tra marijuana e cocaina. Nel corso delle verifiche, sono stati poi raccolti elementi circa l’esistenza di un sodalizio criminale composto in maggioranza da albanesi che si approvvigionavano dello stupefacente attraverso canali tra il Nord Italia e l’Olanda. Il modus operandi prevedeva l’acquisto di considerevoli quantitativi di cocaina con cui inondare la movida romagnola fino al litorale marchigiano. Nel corso dell’inchiesta, sono state arrestate in flagranza sei persone, tutte - secondo l’accusa - inserite nell’organigramma criminale. Inoltre sono stati sequestrati diversi quantitativi di cocaina, hashish e marijuana oltre a denaro contante e a due pistole: una giocattolo, priva dei dispositivi di riconoscimento; e una Beretta calibro 7.65 risultata rubata in un’abitazione della provincia di Ravenna.

Tutto, secondo quanto sintetizzato nell’ordinanza cautelare, si era innescato il 2 dicembre 2022 con l’arresto in flagranza di un albanese nell’agriturismo ’La Ravegnana’ - nel quale in quel periodo l’uomo secondo il gip era domiciliato - con oltre 9 chili di marijuana, tre etti di cocaina e altrettanti di hashish oltre a materiale per confezionare le dosi e a diversi apparecchi telefonici. Erano poi scattati gli accertamenti tra pedinamenti e intercettazioni che avevano consentito di capire la composizione del resto del gruppo criminale. Via via gli inquirenti avevano realizzato gli altri cinque arresti in flagranza.