Il primo appunto, nella lunga fila di articoli e documenti, è datato 1988. Precisamente 30 settembre: "Rilevazioni dell’inquinamento urbano a Ravenna effettuate dall’Usl su richiesta dell’amministrazione comunale: fra le strade di maggiore criticità emerge via Fiume Montone Abbandonato". Giorgio Giardini ha tenuto tutto, almeno fino al 2005: risultati delle rilevazioni, lettere di protesta, dichiarazioni sui giornali. Già così sono 18 anni di documenti. "Poi a un certo punto non ce l’ho più fatta – dice – e ho smesso. Ma non è che il problema sia finito o che la situazione sia migliorata, anzi".
E infatti, a 36 anni di distanza da quella rilevazione, il comitato dei residenti di via Fiume Montone Abbandonato ora minaccia di scendere in strada in protesta e bloccare il traffico, se le lamentele non saranno ascoltate. "È una battaglia che viene da lontano – dice Giardini – e siamo arrivati praticamente alla frutta: la situazione è drammatica, è difficile anche attraversare la strada con tutto il traffico che c’è. Arpae nel 2003 fece una rilevazione e arrivò a contare quasi 14mila veicoli al giorno, con dati estremamente negativi per la qualità dell’aria. Da allora la viabilità non è che peggiorata e anche i livelli del rumore sono elevati, sopra ai limiti di legge. Ci stiamo attivando anche dal punto di vista legale, questa battaglia la vogliamo portare avanti. Abbiamo già manifestato in passato, noi se scendiamo in strada blocchiamo tutta Ravenna".
I residenti chiedono una modifica al traffico che attraversa la città dal centro verso l’esterno, sulla direttrice via Fiume Montone Abbandonato-via Oberdan-viale Baracca. "Non c’è stata una visione lungimirante da parte delle amministrazioni negli anni per questa zona della città – prosegue Giardini –. Sono stati creati gli scambiatori al pala De Andrè e al Cinemacity, ma non si è messo mano alla viabilità qui. Tutto il traffico di attraversamento della città passa da qui. Gli autobus diretti in viale Baracca complicano le cose, perché bloccano la circolazione ed è un delirio".
Il primo tema per il comitato però è quello relativo alla salute. "Alcune persone che vivevano in questa zona sono morte per tumori polmonari. Si dice che una correlazione c’è, di certo lo smog non manca. Non si parla di aria fritta, ma della nostra pelle".
Giardini guarda anche alle elezioni: "Abbiamo mandato una lettera a Palazzo Merlato a febbraio, abbiamo sollecitato la risposta e abbiamo ottenuto un incontro con l’assessore Baroncini e il dirigente Guerrini, ma da allora non abbiamo avuto notizie. Baroncini ci aveva detto che ci avrebbe incontrato di nuovo, invece niente. Abbiamo provato a parlare anche con Barattoni, essendo l’unico candidato sindaco presentatosi finora, chiedendogli cosa intenderà fare in questa zona della città nel caso in cui venisse eletto".
Nel 2006 il comitato fece parte dell’esperienza della lista civica ambientalista Mariola, che si candidò alle elezioni per far sentire la propria voce sul tema del traffico e dello smog. "Prendemmo 1.100 voti pur presentandoci a soli due mesi dal voto, senza finanziamenti per la campagna, senza andare a fare incontri nel forese – ricorda Giardini –. Lo trovo significativo. Se ora ci fosse la volontà di creare delle liste civiche che prendano in esame queste tematiche... Penso che raccoglierebbero molti voti. È più importante la viabilità o la salute? Occorre ragionare su quello che è un problema di tutti".
Sara Servadei