REDAZIONE RAVENNA

Sindaci dell'Appennino uniti per fondi urgenti post-alluvione

Dodici sindaci dell'Appennino chiedono fondi urgenti per la ricostruzione dopo l'alluvione di settembre.

Dodici sindaci dell'Appennino chiedono fondi urgenti per la ricostruzione dopo l'alluvione di settembre.

Dodici sindaci dell'Appennino chiedono fondi urgenti per la ricostruzione dopo l'alluvione di settembre.

Tutti uniti, ma chissà se il requisito basterà per ottenere una vittoria. Di fatto i sindaci dell’Appennino stringono un’alleanza per avere i fondi per i lavori di "somma urgenza" avviati dopo l’alluvione dello scorso settembre. Dodici primi cittadini delle montagne forlivesi più due dei cugini del Ravennate (Casola Valsenio e Brisighella); tutti uniti per chiedere soldi. Soldi pronti. Fondi per ricostruire le ferite alluvionali. L’appello nero su bianco è un documento ufficiale indirizzato alle massime autorità: "Dal governo alla Regione e al Commissario per la Ricostruzione", declama la missiva partorita ieri dai sindaci. Che dicono, in sostanza: "Ognuno faccia la sua parte". "Rivolgiamo un appello al governo perché metta a disposizione le risorse necessarie a riconoscere gli interventi che abbiamo avviato; alla Regione affinchè promuova il necessario coordinamento fra i Comuni, le Province, il Commissario per la ricostruzione, da soli non ce la facciamo!". Più che un appello è un sos. Salvateci, rimarcano i sindaci.

"Gli eventi meteorici di giugno e settembre – sottolinea la nota – hanno causato ai territori una gravissima situazione di dissesto che si aggiungono ai danni già subiti nel maggio 2023". Un’introduzione per chiarire, poi, che i Comuni la loro parte l’hanno fatta: "Per fare fronte ai danni dei nostri territori abbiamo attivato interventi in somma urgenza per ricostruire fossi, rimuovere frane e permettere di rimandare a casa le persone – ribadisce la dichiarazione dei primi cittadini –, ma abbiamo dovuto intervenire per contenere i fronti di frana che si sono riaperte a seguito delle enorme quantità d’acqua caduta nell’evento del 18 settembre 2024. Come richiesto, abbiamo presentato la rendicontazione degli interventi di somma urgenza, ma trascorsi ormai molti mesi dall’evento non abbiamo avuto nessun riscontro. Così non ce la facciamo!". Forte e chiaro. Ma non basta. I sindaci vanno spediti e dicono: "Senza il riconoscimento delle risorse molti dei nostri comuni rischiano il dissesto finanziario. La messa in sicurezza del territorio rappresenta una priorità per tutte le nostre comunità, che però non può essere solo in capo ai comuni, deve essere un obiettivo condiviso da parte di tutte le istituzioni, dal governo alla Regione, al Commissario per la Ricostruzione". A metterci la firma sono i capi amministrativi d’ogni schieramento: Jader Dardi di Modigliana, Roberto Canali di Predappio, Gianni Ravagli di Tredozio, Francesco Tassinari di Dovadola, Francesco Billi di Castrocaro Terme e Terra del Sole, Marco Valenti di Rocca San Casciano, Maurizio Monti di Portico e San Benedetto, Roberto Cavallucci di Meldola, Francesca Pondini di Galeata, Claudio Milandri di Civitella, Ilaria Maranini di Santa Sofia, Sauro Baruffi di Premilcuore (Maurizio Nati di Casola Valsenio e Massimiliano Pederzoli di Brisighella). Tutti uniti. Basterà?