PRATO"Basta morti sul lavoro". I sindacati confederali Cgil-Cisl-Uil scendono in piazza per chiedere sicurezza sui luoghi di lavoro dopo l’ennesima strage di lavoratori al deposito di carburanti di Calenzano e ad appena dieci mesi dall’incidente mortale al cantiere di via Mariti, a Firenze. Un’emergenza che non può essere più rimandata e che chiede provvedimenti concreti per fermare la strage infinita. Cgil Firenze, Cisl Firenze Prato e Uil di Firenze hanno proclamato uno sciopero generale provinciale per le ultime quattro ore del turno di oggi. Uno stato di agitazione nel quale inseriscono un presidio-manifestazione, che si tiene alle 14.30 in Piazza Vittorio Veneto a Calenzano. Un momento per condividere insieme il dolore per le cinque vite spezzate dall’esplosione delle 10 e 22 minuti e 18 secondi di un lunedì che sarebbe dovuto essere un normale giorno di inizio settimana di lavoro. E invece l’impianto Eni di via Erbosa si è trasformato in un inferno di fiamme e fumo. Al presidio intervengono i sindacalisti, le lavoratrici e i lavoratori dei settori coinvolti.
"Quello che è successo è inaccettabile. Cinque persone sono uscite di casa per andare a lavorare e non torneranno mai. Altre sono ferite gravemente. Senza sicurezza non c’è lavoro, non c’è dignità, non c’è vita!", sottolineano compatti i sindacati confederali di Firenze e Prato.
"Ancora un bilancio pesante. Un’altra strage. Altri lavoratori morti. La Cgil di Prato oggi sarà con tutte le sue strutture a Calenzano, per la manifestazione", afferma il segretario generale della Camera del Lavoro Lorenzo Pancini. "Il lavoro non dovrebbe essere mai associato alla morte. Ed invece da troppo tempo tutto ciò non avviene – continua –. E’ l’ennesimo scempio nei confronti della dignità e della vita dei lavoratori. Le parole ormai non bastano. Non ci accontentiamo più di vaghi impegni. Non possiamo abituarci a tutto questo. La catena di lutti sul lavoro va assolutamente interrotta". L’appello conclusivo di Pancini: "Bisogna essere tutti a Calenzano per ribadire che la sicurezza sul lavoro deve stare al centro, servono più investimenti, politiche, controlli. Ogni giorno in Toscana e in Italia piangiamo morti o feriti sul lavoro. Una situazione non degna di un Paese civile".
Per Fabio Franchi, segretario generale Cisl Firenze Prato, "siamo di fronte alla seconda grande tragedia dopo l’Esselunga e ciò che è successo a Calenzano ci dice che è necessario riaccendere una sorta di coordinamentro su quegli che sono gli attori che hanno a cuore la sicurezza". Per Franchi "non possiamo derubricare a fatalità o destino un incidente mortale su lavoro, perché dietro c’è un mancato controllo, una mancata applicazione delle norme e una mancata cultura della sicurezza. Con la manifestazione di oggi non si vuole indicare il colpevole, ma stimolare tutti gli attori interessati, perché impegnarsi sulla sicurezza è un obbligo morale".
Secondo Paolo Fantappiè, segretario generale Uil Toscana, "stiamo parlando della seconda grande tragedia sul lavoro a Firenze dopo il crollo del cantiere di via Mariti, unica città italiana ad avere avuto due episodi di questo tipo così ravvicinati. Tutto questo non può essere una fatalità, una coincidenza". Un punto di partenza da cui Fantappiè chiede "che gli organi di controllo, le parti istituzionali, datoriali e sindacali uniscano le forze in una task force che pianifichi gli interventi e i controlli in tutti i luoghi di lavoro".