C’è la manutenzione ordinaria, ma non solo: la siccità potrebbe compromettere di nuovo l’habitat naturale delle valli. E la situazione viene tenuta quindi costantemente monitorata, per agire tempestivamente.
In questi giorni sono in corso le operazioni per prosciugare Punte Alberete: niente di strano, si tratta di una prassi annuale "dettata dall’esigenza di mantenere al meglio gli equilibri della zona umida", spiega l’Ente Parco del Delta del Po in una nota. Nella zona infatti crescono foreste di alberi igrofili, amanti dell’acqua, che però non sopravvivono a un allagamento superiore a 89 mesi l’anno: da qui la necessità di seccare l’area per qualche settimana. "Sono tutte operazioni di routine – spiega Stefano Ravaioli, dirigente del servizio tutela ambiente e territorio del Comune di Ravenna –, non ci sono problemi di mancanza d’acqua legati a Punte Alberete". Nella zona sono state aperte le paratoie, permettendo così il deflusso dell’acqua.
Diversa è la situazione nella Valle Mandriole. Al momento non ci sono emergenze, ma la situazione è costantemente monitorata perché la grande siccità è un rischio, e potrebbe portare al proliferare del botulino così come successo in passato. I lavori fatti recentemente sono un aiuto, ma come noto la generale siccità ha raggiunto livelli molto alti. "Attualmente alimentiamo la valle tramite due sifoni dal canale Carrarino – prosegue Ravaioli – ma siccome sono previsti lavori su questi due sifoni e comunque l’evaporazione è molto elevata non è escluso che, come avvenuto lo scorso anno, possano crearsi fenomeni di stratificazione dell’acqua". In questi casi l’acqua diventa così calda che non riesce più a mescolarsi e l’ossigeno non arriva sul fondo, creando le condizioni che favoriscono la proliferazione del botulino.
"Su 55mila ettari di Parco, soltanto 2.000 sono di acqua dolce – spiega anche Aida Morelli, presidente dell’Ente Parco –. È un habitat delicato e raro che comprende boschi e saline, un sistema che deve restare in equilibrio". E per il quale, ovviamente, la siccità è una minaccia: "Essendoci meno acqua in cui disciogliersi, le sostanze tossiche sono molto più concentrate – aggiunge Morelli –. Pensi anche solo al sale: non è tossico, ma è diverso se la stessa quantità si trova in una piscina o in un bicchiere".
L’attenzione quindi sulla Valle Mandriole resta alta: l’habitat viene monitorato costantemente, tutti i giorni, per intervenire tempestivamente con delle pompe rimuovendo l’acqua nel caso in cui si creassero le condizioni per la proliferazione del botulino.
Sara Servadei