Una settantina le sanzioni elevate in meno di venti giorni da quella che può essere definita la task force anti-degrado che l’amministrazione manfreda ha messo in campo per combattere l’abbandono selvaggio dei rifiuti in città. All’inizio dell’anno, nelle zone residenziali di Faenza era stata introdotta la raccolta dei rifiuti esclusivamente nella modalità ‘porta a porta’, mentre nel centro storico era stato ridefinito il conferimento della differenziata, della carta e dell’indifferenziata, quest’ultima sezione con i cassonetti ad apertura controllata da una tessera magnetica. Come già accaduto in altre città si era assistito a un fisiologico aumento dell’abbandono indiscriminato da parte di chi non si rassegnava alla novità, un fenomeno che però stava lentamente rientrando. Con le due alluvioni di maggio e le montagne di oggetti lasciati ai lati delle strade, si è assistito a un preoccupante aumento dell’abbandono, sia in centro storico, dove le isole ecologiche di base sono diventate in diversi casi luogo di degrado, ma soprattutto in alcune aree dove parcheggi e zone più defilate sono diventate discariche a cielo aperto.
Per questo motivo, anche sulla scorta di moltissime segnalazioni arrivate dai residenti agli uffici comunali del decoro urbano, l’amministrazione ha deciso un’importante operazione per combattere il fenomeno. Per questo motivo dall’assessorato all’Ambiente è stata decisa la costituzione di una rete di personale di diversi enti tra pubblico, privato e volontariato: una sorta di task force da mettere in campo che, attraverso diverse azioni, in due settimane di lavoro ha portato all’individuazione di decine di soggetti che insozzano la città. Se nelle zone delle isole ecologiche di base in centro storico ultimamente sono stati installati pali che ospitano, a rotazione, telecamere che possano riprendere anche di notte chi mal conferisce i rifiuti, in alcune zone più degradate la polizia provinciale ha installato foto-trappole nascoste per ’pizzicare’ in particolar modo operai di ditte che abbandonano in maniera selvaggia. A polizia locale, polizia provinciale, personale di Hera e personale degli uffici del decoro urbano si affianca poi anche l’opera delle Gev, le guardie ecologiche volontarie. Di fatto questa task force, anche aprendo i singoli sacchi abbandonati, attraverso il contenuto riesce e risalire alla ‘paternità’, così poi da poter contestare l’abbandono di rifiuti.
Nelle due settimane appena trascorse, con appena due uscite sul campo, la task force ha elevato una settantina di sanzioni, la stragrande maggioranza recapitate a casa di privati che si sono visti arrivare multe da 300 euro. Tra i soggetti che hanno conferito rifiuti in maniera illegale anche alcune attività, faentine ma anche con con sede legale fuori dal territorio comunale. Nel caso di aziende o ditte, l’abbandono di rifiuti è un reato penale, punito con il carcere da tre mesi a un anno, ma che prevede sanzioni con salassi a partire da 2.600 euro fino a un massimo di 26.000 euro. È stato verificato che nel comune di Faenza le zone maggiormente ‘vocate’ all’abbandono sono i parcheggi del centro commerciale Cappuccini, via della Costituzione a lato della Casa della Salute, via Ravegnana, le aree attorno a via Deruta dove è stato ritrovato addirittura un container scaricato chissà da chi e il parcheggio dell’ex locale Pamela, lungo la via Emilia.