Scuola senza discriminazioni: "I 500 euro di carta docente vanno dati anche ai precari"

Sentenza del giudice del Lavoro avvallata dal Tar che ha ordinato a Ministero e dirigente regionale di dare esecuzione alla decisione. Finora oltre 150 gli insegnanti che si sono rivolti al tribunale.

Scuola senza discriminazioni: "I 500 euro di carta docente vanno dati anche ai precari"

Scuola senza discriminazioni: "I 500 euro di carta docente vanno dati anche ai precari"

Insegnanti precari ma con incarico annuale. E dunque con tutte le incombenze di un docente di ruolo: dai compiti in classe alla interrogazioni passando per i colloqui con i genitori, le uscite didattiche e le gite. Perché mai non avrebbero dovuto incassare pure loro i 500 euro annui riconosciuti dal ministero per la formazione professionale? Una discriminazione, quella rilevata dal giudice del lavoro Dario Bernardi, in ragione della quale il Tar di Bologna ha ordinato al ministero dell’Istruzione e al dirigente dell’ufficio scolastico regionale di pagare entro 60 giorni altrimenti interverrà un commissario già nominato.

L’ultima sentenza amministrativa in tal senso, pubblicata pochi giorni fa, riguarda tre docenti precari ravennati rappresentati dall’avvocato Federica Moschini. E riflette a sua volta una sentenza del tribunale di Ravenna (sezione lavoro) del 21 febbraio 2023 a favore di dieci docenti precari ravennati: una decisione passata in giudicata il 16 aprile scorso perché non impugnata.

Al momento sono però oltre 150 i docenti precari di scuole di Ravenna che, sempre attraverso l’avvocato Moschini, hanno imboccato la via del tribunale per farsi riconoscere il loro diritto su quei 500 euro, meglio noti come ’carta docente’: per la maggior parte di loro, c’è già stato via libera dal giudice. Il che significa che potranno ricevere 500 euro all’anno "nel limite del quinquennio a ritroso a partire dalla data di notifica del ricorso", si legge nella sentenza.

Dal punto di vista tecnico, gli insegnanti di ruolo hanno un portale sul sito del Ministero per vedersi assegnati, tramite l’identità digitale Spid, i buoni spesa per la loro formazione. Ma il fatto che ai precari non venga dato accesso a tale piattaforma, "non potrà certamente costituire impedimento" per dispensare loro i 500 euro. Del resto – prosegue la sentenza – "si tratta di semplici modalità di adempimento dell’obbligazione". In definitiva "non potrà negarsi la somma perché il portale informatico del ministero non prevede l’accesso per i precari o per gli ex precari". La pubblica amministrazione dovrà cioè attivarsi in altro modo: vedi "un pagamento ordinario al di fuori del canale della carta docente".

Tutto ciò "comporta il diritto del soggetto discriminato" allo stesso trattamento "del soggetto non discriminato". E quindi "la somma in questione, non sarà libera dal punto di vista dello scopo: ma dovrà essere fruita con le stesse regole che valgono per i docenti a tempo indeterminato".

Da ultimo il giudice del lavoro ha condannato il ministero a pagare 4.000 euro di spese di lite alle quali si aggiungono ora altri 1.500 euro di spese di causa attribuiti dal Tar. "La perdurante inadempienza del ministero – ha scritto il collegio bolognese presieduto dal giudice Ugo Di Benedetto – comporta, quale ulteriore conseguenza, l’ordine di dare esecuzione" alla sentenza del giudice Bernardi. La carta docente insomma.

Andrea Colombari