Dai dipendenti della compagnia di trasporti Scoppio è arrivata in queste ore l’ennesima segnalazione di ritardi nei pagamenti degli stipendi. Gli autisti riferiscono di "essere ancora in attesa del compenso dovuto per il mese di settembre". Un copione che ormai si ripete stancamente da anni: "Anche gli stipendi di vari degli altri mesi del 2024 erano stati saldati in ritardo", lamenta un guidatore. Rimostranze sulle quali l’azienda non si è sostanzialmente mai pronunciata pubblicamente: anche in questa circostanza i tentativi di contattarne le sedi centrale e operativa, a Gioia del Colle e a Bitonto, vanno a vuoto, come accaduto già in passato.
Fino a qui niente di nuovo, sorprende un po’ il rinnovo di un anno del contratto in scadenza dopo quanto accaduto negli ultimi quattro anni
Quando la vicenda Scoppio finì per l’ultima volta nell’arena della politica, complice l’auspicio del consigliere Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna che al termine dell’appalto si voltasse finalmente pagina, pochi immaginavano che si sarebbe giunti all’allungamento contrattuale oggi in essere. Ancisi aveva snocciolato, uno dopo l’altro, tutti i cahier de doléances mossi all’azienda negli ultimi anni, scanditi da "una gestione tormentata e affannosa dei trasporti scolastici, di cui si è letto anche a seguito delle contestazioni avanzate dai sindacati sulla regolarità delle corse, sullo stato dei mezzi, sulla condizione e sul trattamento del personale, compensi mensili ritardati, ferie e permessi problematici".
Dal Comune di Ravenna spiegano che la proroga contrattuale di un anno era un’opzione già prevista quattro anni fa: "Per parte nostra non ci sono ritardi nei saldi delle fatture – evidenzia l’assessore Gianandrea Baroncini – il rispetto dei lavoratori resta per noi un elemento imprescindibile. Vigileremo soprattutto in quest’ultimo anno di contratto, che sappiamo essere una fase delicata". Dietro alle frasi di Palazzo Merlato si nasconde però un non detto: "Scoppio è ancora in pista semplicemente perché le risorse messe in campo dai bandi Intercent-Er sono fuori mercato per le aziende romagnole – evidenziano amaramente da una ditta del settore –. Qui le imprese lavorano diversamente. Ma poi nessuno si lamenti della qualità dei servizi ai cittadini". I disservizi, stante le risorse in campo, sembrano insomma quasi parte delle ‘regole del gioco’.
Filippo Donati