Faenza, 12 dicembre 2023 – Un tamponamento dalla dinamica singolare, all’indietro, avvenuto fortunatamente a velocità ridotta. Un urto dovuto non all’innesto della retromarcia, come non si era escluso in un primo momento, ma al fatto che il treno che era davanti, il Frecciarossa, a causa della pendenza del binario è retrocesso di qualche metro, andando ad urtare il regionale Rock che lo seguiva. All’indomani dell’incidente, avvenuto alle 20.20 di domenica sulla linea Bologna–Rimini, all’altezza della frazione di Cosina e a otto chilometri dalla stazione di Faenza, la dinamica sembra delinearsi con maggiore chiarezza.
La Procura di Ravenna ha aperto un fascicolo per disastro ferroviario: al momento nessun avvisato, ma non si esclude che possano esserci degli indagati a breve sulla base di ulteriori elementi sulla dinamica. Le persone rimaste ferite, rispetto alle 17 indicate domenica sera, sono sette: sei passeggeri del Fracciarossa, che viaggiavano nell’ultima carrozza, e il macchinista del regionale che era fermo e ha subito l’urto. La prognosi più alta è di 30 giorni e per ora non si procede per le lesioni colpose perché, non essendo gravi, sono procedibili solo a querela. Per definire con esattezza la dinamica sono in corso le audizione dei passeggeri e testimoni dell’accaduto: 400 erano quelli a bordo del Frecciarossa che da Lecce doveva raggiungere Venezia, sessanta quelli su regionale Pesaro-Bologna. Verrà disposta una consulenza tecnica: la Procura di Ravenna sta sentendo colleghi di altre procure che hanno lavorato su disastri ferroviari per individuare la giusta figura di un esperto in materia. I due convogli, già rimossi, sono comunque stati messi sotto sequestro.
Una nota di Ferrovie dello Stato anticipa la possibile causa dell’accaduto: "Il Frecciarossa che precedeva un treno Regionale è retrocesso per inerzia a bassa velocità in relazione alla pendenza della tratta e, nel retrocedere, ha urtato il Regionale che era regolarmente fermo al segnale rosso. Sulle cause della retrocessione sono in corso approfondimenti". Dell’indagine, coordinata dal Pm Silvia Ziniti, si stanno occupando i reparti Polfer di Faenza e Ravenna, mentre domenica sera è intervenuta anche la Squadra mobile. Il luogo in cui si è verificato l’incidente, sotto il cavalcaferrovia di via Corleto, ha reso rapido ed efficace l’intervento dei soccorsi, facilitati dalla presenza di un ampio piazzale dove è stato allestito una sorta di campo base. Se il tamponamento si fosse verificato in aperta campagna, tutto sarebbe stato più complesso.
Le cabine di guida hanno riportato lievi danni, a conferma che l’urto è avvenuto a una velocità molto bassa, che gli inquirenti ipotizzano sull’ordine degli otto chilometri all’ora.
Eppure, la percezione dei passeggeri è stata ben diversa. Una viaggiatrice del Frecciarossa ricorda che verso le 19.40 il treno aveva iniziato a rallentare: "Quando ho realizzato che in realtà stavamo indietreggiando, ho sentito un gran botto provenire dalla parte posteriore del treno. E sono volata contro il tavolino del mio posto". La paura è stata tante, tre le urla generali, con passeggeri e valigie che volavano a terra. Il Frecciarossa viaggiava sugli stessi binari dei treni regionali, ha spiegato Trenitalia, perché in quel tratto non c’è un binario dedicato all’alta velocità. Da qui l’ipotesi che, al semaforo rosso, i due macchinisti abbiano fermato i rispettivi convogli. Col Freccia, davanti, più lungo e pesante, che a causa del tratto in pendenza ha cominciato a scivolare all’indietro, fino all’impatto con regionale fermo.