REDAZIONE RAVENNA

Sconcerto fra i residenti a Massa: "Troppo facile trovare una pistola"

I pareri di alcuni cittadini il giorno dopo il fatto di sangue, secondo in un mese con un’arma da fuoco: da chi chiede più controlli a chi parla di un paese cambiato negli ultimi anni, con l’arrivo di molti stranieri

La preoccupazione è il sentimento che aleggia sulla città di Massa Lombarda all’indomani della seconda sparatoria avvenuta in meno di un mese. Un senso della sicurezza sempre più labile unito allo stupore per la facilità con la quale sembra sia possibile entrare in possesso di armi da fuoco e poi usarle, sono gli aspetti che maggiormente hanno colpito i massesi, consapevoli dei profondi cambiamenti che la comunità ha affrontato negli ultimi anni. Loredana si è stabilita in città 15 anni fa. "Siamo preoccupati e arrabbiati – dice –. Il paese è cambiato non è più tranquillo come un tempo. Quando mi sono trasferita qui si usciva la sera, i bar erano pieni di famiglie, si respirava un altro clima. Oggi è diverso. Ho letto i commenti scritti dai cittadini sui social a seguito dell’intervento di condanna del sindaco Bassi. Le persone vogliono sentirsi più sicure, è normale".

"Tutte le città sono cambiate con l’arrivo degli stranieri – rilancia Leo Landi –. Spero solo che episodi di questo tipo non si ripetano perchè potrebbero danneggiare la buona convivenza che fino ad ora c’è stata. Il paese è piccolo. Quelle che sono successe non sono cose belle. Lo ripeto – continua – qui la convivenza è buona e non vedo ancora dei rischi. I miei figli però la pensano diversamente".

Una parte della comunità è convinta che sia necessario organizzare una rete più capillare di icontrolli. "Basta dare un’occhiata in giro per vedere la situazione com’è – fa notare Paolo, 73 anni –. Fra gli stranieri che sono venuti ad abitare ci sono tante brave persone, non è giusto fare di tutta un’erba un fascio però – sottolinea – i controlli in paese sono pochi e ne servirebbero sicuramente di più".

Per Ennio non servirebbero solo i controlli ma anche le azioni. "È inutile controllare se poi tutto viene lasciato andare e torna come prima. Così, tutti continuano a fare quello che gli pare". Gloria Cappello ha sentito della nuova sparatoria mentre stava rincasando dal lavoro. "Non so esattamente cosa sia successo. La sensazione che ho provato però è davvero brutta. Conosco la persona che ha sparato la prima volta – racconta – e ci ero rimasta malissimo. Ora un altro episodio. Spesso esco dal lavoro quando è buio e mi sento sempre meno tranquilla".

Mara Dal Pozzo, titolare del bar Tiffany sulla piazza principale del paese di fronte al comune, rileva un altro aspetto che emerge da entrambe le vicende, la facilità con la quale sia possibile brandire una pistola. "Massa non è una realtà diversa da tante altre a livello nazionale – commenta –. Dappertutto ci sono stranieri. Il problema è che mentre un tempo i delinquenti giravano con il coltello ora sembra che girino con la pistola e la usino facilmente. Noi che lavoriamo qui nel bar e viviamo il paese per ore e ore non abbiamo mai avuto problemi. Nessuno ci ha mai fatto uno sgarbo e nessuna di noi, nonostante siamo per la maggior parte donne, ha o avuto paura ad aprire o a chiudere il bar. Quello che mi preoccupa – continua – è la presenza delle pistole e la facilità con la quale le hanno trovate e poi usate. Se va avanti così, domani cosa faremo? Ci spariamo tutti se nasce una discussione? So che il sindaco ci ha sempre messo dell’impegno, ma per fare una cosa fatta bene servirebbe una caserma dei carabinieri aperta 24 ore per noi e tutti i comuni. Fino a quando lo Stato continuerà a tagliare la spesa destinata aelle forze dell’ordine saremo sempre messi così".

Monia Savioli