DAMIANO VENTURA
Cronaca

"Ricostruzione, ancora troppe incertezze. Serve il piano speciale per definire il futuro"

Alluvione, il sindaco Massimo Isola fa il punto della situazione: "La sicurezza idraulica a oggi non ha fatto i passi avanti sperati"

Alluvione, il sindaco Massimo Isola fa il punto della situazione: "La sicurezza idraulica a oggi non ha fatto i passi avanti sperati"

Alluvione, il sindaco Massimo Isola fa il punto della situazione: "La sicurezza idraulica a oggi non ha fatto i passi avanti sperati"

Un anno, sette mesi e venti giorni. Tanto è trascorso dalla seconda terribile alluvione del maggio 2023 che ha colpito Faenza, modificandone la vita cittadina e stravolgendo inoltre i paradigmi delle azioni amministrative locali. Eventi calamitosi che non hanno risparmiato il territorio nemmeno del 2024, a cui sono poi seguiti gli atti di ‘disubbidienza istituzionale’.

Sindaco Massimo Isola, partiamo da qui. Che effetti ha sortito la disubbidienza? "Abbiamo creato uno strappo. Oggi, approntata la variazione di bilancio sui rimborsi ai privati, abbiamo riaperto la call. Già oltre 120 famiglie hanno ottenuto il bonifico di 10mila euro con grandissima velocità, e ora c’è la possibilità di dare un contributo di 3mila euro per i cittadini alluvionati in pertinenze che non erano contemplate nelle ordinanze come piani interrati, cantine e garage. Risorse che, abbiamo calcolato, potranno essere utilizzate da altre 100 famiglie. Questa scelta si è dimostrata giusta e positiva".

Cis, Cas e rimborsi. A che punto siamo? "Cas e Cis sono in fase avanzata. In generale, a parte qualche caso critico, siamo riusciti a dare risposte ai cittadini. Sul fronte delle ordinanze invece è andata male. La burocrazia ha comportato molte rinunce e moltissimi cittadini sono nell’incertezza, questo genera un’insicurezza sociale preoccupante. L’auspicio è che col nuovo commissario ci possa essere un cambio di passo".

Il 31 dicembre il generale Figliuolo termina l’incarico, quali sono le prospettive? "Il presidente della Regione come commissario straordinario sarebbe la soluzione più efficace. In ogni caso abbiamo bisogno di avvicinare la struttura commissariale alla Romagna per superare la burocrazia. Mi auguro che dal Governo si prenda atto di quello che è successo in questi mesi. La ricostruzione ’via Pec’ non è una soluzione".

Quali azioni sono state intraprese dal Comune per mettere in sicurezza il territorio? "Abbiamo avuto attenzione dall’Autorità di Bacino e dalla Protezione civile regionale, oltre che dal Consorzio di bonifica. Stiamo chiudendo in questi giorni per l’acquisto di 19 ettari di terreno e abbiamo iniziato microlavori di bonifica. Dovremo costruire un rilevato alto 4 metri, ovvero una grande barriera a difesa di via Cimatti e una serie di controargini. Stiamo correndo. L’obiettivo è realizzare tutto entro la primavera. Non è stato semplice trovare le risorse e imbastire una trattativa. Comunque il lavoro di rafforzamento sarà più utile se verrà messo in sicurezza il territorio col piano speciale".

Quanto inciderà il piano speciale nel futuro? "Ad oggi siamo nell’incertezza. Nel piano ci sono i destini di alcune aree della città. I cittadini non sanno ancora se la loro area è destinata alla tracimazione controllata o se sarà in fascia protetta, per esempio. E senza piano speciale non sappiamo nemmeno che tipo di opere potranno essere eseguite sui fiumi. La sicurezza idraulica a oggi non ha fatto i passi avanti sperati, solo i piani speciali possono farci fare il salto di qualità".

E sulle altre opere? Si è parlato di fondi per ponte delle Grazie e per scuola Girasole. "Oggi stiamo lavorando per costruire queste due infrastrutture, le risorse ci sono ma le opere dovranno essere compatibili con le nuove regole di sicurezza idraulica. Su altri contenitori invece abbiamo già fatto un pezzo di strada: la scuola di musica Sarti, il centro Il Faro e La Rondine. Questi solo grazie a fondi privati. E poi c’è il grande vuoto dei beni culturali: la nostra biblioteca ha avuto 1,5 milioni di euro di danni e non abbiamo avuto nessuna risposta, nemmeno dal Ministero della Cultura. Questo credo sia molto grave".

Qual’è l’auspicio per il 2025? "Che le idee del piano speciale diventino progetti esecutivi. A quel punto nel 2026/27 si potrà procedere con le opere. Abbiamo bisogno che il piano speciale chiarisca che tipo di destino debbano avere alcuni terreni come il destra Senio, il destra Lamone e il Marzeno. Servono queste risposte, e che partano i cantieri del Ponte delle grazie e del Girasole".

Oltre alla ricostruzione il 2025 sarà ancora un anno di opere pubbliche in generale? "Sì. Abbiamo progetti come il Palazzo delle Esposizioni, la Graziola, il campo cross, la palestra Cavallerizza, la Casa della salute che sono in fase avanzata. Il 2025 sarà decisivo e segnerà uno scatto in avanti. Anche la stazione degli autobus, e la caserma dei vigili del fuoco: tutti cantieri impattanti".

Altri auspici per il 2025? "Sulla sanità pubblica ci aspettiamo azioni forti e concrete, come un rafforzamento della medicina territoriale. Il Cau ci sta dando soddisfazioni, ma abbiamo bisogno che il nostro presidio ospedaliero affronti il tema delle liste d’attesa, che anche a Faenza è un problema serio. E abbiamo sfide da vincere: come il rafforzamento della Cardiologia e il punto nascita, che dopo la grande performance di questi anni dovrà consolidarsi. Il dialogo con Forlì e Ravenna potrà aiutarci".

In ultimo, è prematuro parlare di elezioni 2026? "È assolutamente prematuro, sono stati anni impegnativi, ma non sono mancate le soddisfazioni. I risultati elettorali del 2024 sono stati soddisfacenti ma manca ancora un anno e mezzo, che è molto lungo".