Ravenna, 3 gennaio 2025 – Il ricorso sottoscritto da 71 cittadini ravennati per salvare cinquanta pini situati a Lido di Savio è stato respinto dal Tribunale di Ravenna. In una nota diramata nel pomeriggio di oggi, il gruppo di cittadini - denominato ‘Salviamo i pini di Lido di Savio e Ravenna’ - spiega che “la Giudice Elena Orlandi, del Tribunale di Ravenna, si è pronunciata tramite un’ordinanza sul ricorso d’urgenza per danno alla salute conseguente l’abbattimento di 50 alberi sanissimi di oltre 50 anni di viale Romagna a Lido di Savio, che il progetto ‘Parco Marittimo’ promosso dal Comune di Ravenna con fondi pnrr vuole distruggere.
Il ricorso è stato sottoscritto da 71 cittadini e dalle associazioni Italia Nostra e WWF Ravenna e presentato dall'avvocata Virginia Cuffaro che ha supportato con esito positivo la mobilitazione per salvare le alberate di corso Belgio a Torino”. Alle 13 della vigilia di Natale, con scadenza per presentare un eventuale reclamo fissata all’8 gennaio, giunge l’ordinanza. “Con grande stupore i cittadini leggono l’ordinanza, che non menziona minimamente il fatto che si tratti di alberi adulti sani e che la perdita dei servizi ecosistemici dovuta all'abbattimento sarebbe rilevantissima, comportando un danno anche alla salute e al benessere dei residenti, dei proprietari di seconde case, dei turisti e degli operatori commerciali di Lido di Savio. Le relazioni sugli alberi e sui danni quantificati alla salute prodotte da esperti del massimo livello in Italia (Gian Pietro Cantiani, Daniele Zanzi e altri) non sono state, di fatto, prese in considerazione dalla Giudice, che ha deciso di glissare su questi aspetti, ma ha invece accolto pienamente le tesi del Comune di Ravenna, ovvero che la sede giurisdizionale presso cui si sono rivolti i cittadini non fosse quella idonea”.
I cittadini osservano che “il diritto incomprimibile e costituzionalmente garantito alla salute, per difendere il quale i cittadini, dopo aver tentato la via del dialogo tramite colloqui con l’Amministrazione e dopo una raccolta di 3000 firme presentata in Comune, viene ricondotto agli aspetti meramente urbanistici della questione, e quindi asseritamente non difendibile avanti il Giudice ordinario. Altrove, invece, come ad esempio a Torino e a Piacenza, per procedimenti analoghi non è stato così e si è seguito il filone tracciato dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, come puntualmente ricordato alla Giudice dall’avvocata Cuffaro anche durante l’udienza di presentazione del Ricorso, il 27 novembre”.
Ma non basta: “la Giudice – si conclude la nota - ha deciso di condannare i cittadini, coloro che stanno cercando di tutelare alberature pubbliche sane, benefiche e di pregio, ovvero un bene comune, una proprietà pubblica di tutti, alle spese processuali. Tremila euro di condanna, interamente a carico dei ricorrenti. Lo sgomento è grande”.