Ravenna, 17 gennaio 2021 - Cè chi dice no, al rientro in classe da domani. A partire da venerdì pomeriggio, subito dopo il provvedimento del Tar con cui è stata annullata l’ordinanza regionale che avrebbe impedito il ritorno in presenza prima di lunedì 25 gennaio, dal liceo classico Dante Alighieri di Ravenna ha preso corpo una petizione contro la ripresa delle lezioni al 50% in presenza per le superiori. L’iniziativa ha in poco tempo spopolato anche fuori provincia, sollevando di fatto il coperchio a un vaso di Pandora dentro il quale per ora ci sono oltre 4mila studenti firmatari, che all’uniscono si pongono di traverso rispetto al rientro anticipato.
"Scriviamo quest’appello per rispondere all’annullamento dell’ordinanza regionale – si legge nel testo della petizione elaborata dalla classe dell’Alighieri -. La revoca proposta dal Tar non tiene conto del pensiero di noi studenti. Premettendo che riteniamo fondamentale il diritto all’istruzione in presenza e crediamo che l’interazione con compagni e professori sia importante al fine dell’apprendimento, in una situazione di emergenza sanitaria mondiale non pare opportuno mettere la didattica in presenza davanti alla salute – continuano gli alunni ravennati -. Con il rientro a scuola sarebbe a rischio la tutela di molte categorie a partire dagli studenti, professori e collaboratori scolastici, arrivando a coinvolgere anche le famiglie. Sappiamo che sono state attuate misure anti-contagio, c’è però da sottolineare che non sempre possono essere rispettate nella pratica. Abbiamo notato che sia sui mezzi di trasporto che all’entrata e all’uscita dalla scuola mantenere il distanziamento è pressoché impossibile osservando il considerevole numero di persone, anche in caso di divisione degli studenti al 50%. Saremmo felici di rientrare a scuola, ma finchè non si presenteranno le condizioni adeguate per una riapertura sicura, pensiamo che come alternativa la Dad sia più che valida". Una voce fuori dal coro, se pensiamo alle molte parole spese nei giorni scorsi e alle lotte andate in scena a mezzo protesta contro l’insegnamento a distanza, ma che, stando ai numeri raccolti in così poco tempo, tanto campata in aria non è.
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"Subito dopo l’ordinanza del Tar ci siamo mossi per individuare la soluzione migliore con cui dar voce ai tantissimi studenti che non sono d’accordo a un rientro a scuola in questo momento ancora così delicato – spiega Anna, rappresentante di classe della 5DL del liceo Alighieri -. Noi vorremmo tornare, ma il pericolo anche per le nostre famiglie è un problema. Nonostante tutti i provvedimenti annunciati – continua Anna -, il rischio assembramenti rimane, alle fermate dei bus, in entrata, uscita e allo stesso modo in classe, dove per quanto al 50% sempre almeno quindici persone in spazi ristretti e chiusi ci saranno. Noi con questa petizione vogliamo dare voce agli studenti, di Ravenna, ma hanno già aderito tanti da Bologna e Ferrara, per dire che la Dad non è così penalizzante come vogliono spacciarla. Si tratta di un insegnamento diverso e che non potrà andare avanti per anni. Ma considerato l’andamento dei contagi, io e gli oltre quattromila studenti che in meno di 24 ore hanno già firmato la petizione online vogliamo dire che per almeno un altro mese l’insegnamento a distanza non è un castigo, ma una soluzione".