Lugo (Ravenna), 5 dicembre 2024 – Scriveva frasi di questo tipo: “I nazisti malvagi sono personaggi immaginari”, creati per nascondere che “il nazionalsocialismo è un sistema in cui tutti si prendono cura di tutti, e lo Stato è il veicolo della volontà del popolo”. G. G., 61 anni, di Lugo, è tra i 25 indagati nell’operazione nazionale contro l’organizzazione neonazista Werwolf Division. Sebbene sia l’unico non accusato di associazione per delinquere, è sotto inchiesta per propaganda e istigazione all’odio razziale, etnico e religioso, reati che potrebbero costargli fino a quattro anni di carcere.
Durante la perquisizione condotta dalla Digos di Ravenna, gli sono stati sequestrati computer usati per diffondere contenuti suprematisti e apologetici del nazismo. Gli investigatori hanno scoperto che il 61enne utilizzava canali Telegram, tra cui uno denominato “Libertary”, e altri profili social per diffondere e condividere contenuti di matrice negazionista e antisemita che minimizzavano la Shoah, esaltavano il nazismo e istigavano odio razziale. Tra i suoi scritti, un articolo intitolato “La Shoah te la vogliono davvero ficcare in testa”, in cui minimizzava l’Olocausto. In un altro post, datato 9 settembre 2023, contestava i numeri dello sterminio degli ebrei, rispondendo poi a un commento con un invito al conflitto tra razze e la promessa di riportare al dominio la “razza bianca”.
Secondo l’accusa, non era un promotore del gruppo, ma il suo ruolo di propagandista lo rendeva significativo nella strategia comunicativa dell’organizzazione. L’operazione, coordinata dalle procure di Bologna e Napoli con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, ha portato a 12 arresti e 25 perquisizioni in diverse province italiane, tra cui Ravenna, Bologna, Milano e Napoli.
Gli inquirenti descrivono Werwolf Division – successivamente rinominata Divisione Nuova Alba – come un’organizzazione suprematista attiva online, dedita alla diffusione di odio razziale e all’esaltazione del nazismo, con l’obiettivo di sovvertire l’ordine democratico e instaurare uno Stato autoritario basato sulla “razza ariana”. Alcuni membri pianificavano persino attacchi violenti contro figure di rilievo, tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e un economista del World Economic Forum.
La richiesta di misura cautelare in carcere era stata richiesta anche per il lughese, ma è stata rigettata in quanto è il solo al quale non è contestato il reato di associazione per delinquere. Inoltre, tra i link che lo riguardano ne resta visibile in rete solo uno che riporta un articolo nel quale esalta la figura politica di Hitler, “da ritenersi di per sé inidoneo a configurare la condotta perseguita dalla norma di reato”. Per i resto, scrive il giudice Nadia Buttelli, gli elementi a suo carico “si concretizzano in commenti, certamente eloquenti, di chiara ispirazione antisemita, ma non tali da fare sussistere un pericolo concreto e attuale”.