LORENZO PRIVIATO
Cronaca

Rete neonazista, c’è un lughese. “Apologia di Hitler e Shoah negata negli articoli che diffondeva in rete”

Il 61enne risponde di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale. Su 25 indagati (12 in carcere) è il solo a non avere l’associazione per delinquere. Sequestrati i suoi pc

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Sequestri di armi nell’operazione della polizia su tutto il territorio nazionale nei confronti di un gruppo suprematista e neonazista

Lugo (Ravenna), 5 dicembre 2024 – Scriveva frasi di questo tipo: “I nazisti malvagi sono personaggi immaginari”, creati per nascondere che “il nazionalsocialismo è un sistema in cui tutti si prendono cura di tutti, e lo Stato è il veicolo della volontà del popolo”. G. G., 61 anni, di Lugo, è tra i 25 indagati nell’operazione nazionale contro l’organizzazione neonazista Werwolf Division. Sebbene sia l’unico non accusato di associazione per delinquere, è sotto inchiesta per propaganda e istigazione all’odio razziale, etnico e religioso, reati che potrebbero costargli fino a quattro anni di carcere.

La Dda di Bologna ha arrestato 12 persone ed eseguito numerose perquisizioni: hanno così smantellato una rete neonazista che - secondo le indagini - era pronta a eseguire attentati

Durante la perquisizione condotta dalla Digos di Ravenna, gli sono stati sequestrati computer usati per diffondere contenuti suprematisti e apologetici del nazismo. Gli investigatori hanno scoperto che il 61enne utilizzava canali Telegram, tra cui uno denominato “Libertary”, e altri profili social per diffondere e condividere contenuti di matrice negazionista e antisemita che minimizzavano la Shoah, esaltavano il nazismo e istigavano odio razziale. Tra i suoi scritti, un articolo intitolato “La Shoah te la vogliono davvero ficcare in testa”, in cui minimizzava l’Olocausto. In un altro post, datato 9 settembre 2023, contestava i numeri dello sterminio degli ebrei, rispondendo poi a un commento con un invito al conflitto tra razze e la promessa di riportare al dominio la “razza bianca”.

La Dda di Bologna ha arrestato 12 persone ed eseguito numerose perquisizioni: hanno così smantellato una rete neonazista che - secondo le indagini - era pronta a eseguire attentati

Secondo l’accusa, non era un promotore del gruppo, ma il suo ruolo di propagandista lo rendeva significativo nella strategia comunicativa dell’organizzazione. L’operazione, coordinata dalle procure di Bologna e Napoli con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, ha portato a 12 arresti e 25 perquisizioni in diverse province italiane, tra cui Ravenna, Bologna, Milano e Napoli.

Gli inquirenti descrivono Werwolf Division – successivamente rinominata Divisione Nuova Alba – come un’organizzazione suprematista attiva online, dedita alla diffusione di odio razziale e all’esaltazione del nazismo, con l’obiettivo di sovvertire l’ordine democratico e instaurare uno Stato autoritario basato sulla “razza ariana”. Alcuni membri pianificavano persino attacchi violenti contro figure di rilievo, tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e un economista del World Economic Forum.

La richiesta di misura cautelare in carcere era stata richiesta anche per il lughese, ma è stata rigettata in quanto è il solo al quale non è contestato il reato di associazione per delinquere. Inoltre, tra i link che lo riguardano ne resta visibile in rete solo uno che riporta un articolo nel quale esalta la figura politica di Hitler, “da ritenersi di per sé inidoneo a configurare la condotta perseguita dalla norma di reato”. Per i resto, scrive il giudice Nadia Buttelli, gli elementi a suo carico “si concretizzano in commenti, certamente eloquenti, di chiara ispirazione antisemita, ma non tali da fare sussistere un pericolo concreto e attuale”.