LUCA BERTACCINI
Cronaca

Reddito di cittadinanza, assegno da 494 euro

Questo l’importo medio mensile erogato nel Ravennate. Di questa forma di sostegno hanno beneficiato 5.863 persone in provincia

Reddito di cittadinanza, assegno da 494 euro

Reddito di cittadinanza, assegno da 494 euro

di Luca Bertaccini

Sono 5.863 le persone che tra il 2019 e il 2021 hanno beneficiato del reddito di cittadinanza in provincia di Ravenna. Di questi 3.610 (il 61%), sono coloro che hanno poi firmato almeno un rapporto di lavoro. "Troppo pochi, segno che il sistema non funziona", attacca Alberto Ferrero, capogruppo in consiglio comunale di Fratelli d’Italia. Il governo guidato da Giorgia Meloni ha messo tra i suoi obiettivi, sin dalla campagna elettorale, la riforma del reddito di cittadinanza, che oggi può richiedere chi è residente in Italia da almeno dieci anni. Questa forma di aiuto a chi non lavora, una volta approvata la sua modifica, verrà erogata (già dal 2023) per un periodo massimo di sette mesi. Dati alla mano, Ferrero evidenzia una serie di aspetti che non lo convincono (i numeri sono stato forniti dalla Regione alla consigliera regionale di FdI, Marta Evangelisti). La durata media dei rapporti di lavoro di chi ha ottenuto il reddito di cittadinanza è di appena 3,2 mesi, esattamente quanto la media regionale (la media più bassa, con 2,5 mesi, si registra nel riminese). "Poco più di tre mesi di contratto sono davvero pochi – prosegue il consigliere comunale di Fratelli d’Italia –. Credo che questo dipenda, come mi hanno raccontato diversi imprenditori, dal fatto che diverse persone preferiscano lavorare in nero, così da continuare a percepire il reddito di cittadinanza". Insomma, quando c’è la possibilità di avere un contratto di lavoro con tanto di contributi, si predilige quello trimestrale (presumibilmente stagionale). Altro numero sul quale Ferrero riflette è quello di chi ha trovato un contratto a tempo indeterminato (ancora in vigore). "Sono solo 582 persone, pochissime. Diciamo la verità: a Ravenna il lavoro si trova. Ho l’impressione che ci sia chi preferisce restare sul divano e percepire questa forma di sussidio. Tanto paga Pantalone...".

A livello emiliano romagnolo sono stati in 66.262 a ottenere il reddito di cittadinanza dal 2019 al 2021 passando attraverso i Centri per l’impiego, con 8.187 persone che poi sono riuscite ad avere un contratto a tempo indeterminato. Un altro tassello a questo quadro lo fornisce una seconda fonte istituzionale, l’Inps. I numeri dell’Istituto previdenziale dicono che a Ravenna e relativa provincia ci sono 2.191 nuclei familiari che percepiscono il reddito di cittadinanza, per complessive 4.495 persone e un importo medio di 494 euro. La somma più alta viene erogata nel modenese, con 511 euro, la più bassa a Parma e comprensorio, con 479 euro. Sono 353 i nuclei familiari che percepiscono la pensione di cittadinanza, per complessive 376 persone (importo medio 209 euro). La percentuale di popolazione che beneficia del reddito di cittadinanza o della pensione di cittadinanza (quest’ultima richiedibile da chi ha almeno 67 anni ed è residente in Italia da almeno dieci anni) è minima, perché parliamo dell’1,3%. Anche la Regione mette a disposizione uno strumento di supporto a chi si trova in difficoltà economica. Si tratta del reddito di solidarietà: 1.814 le domande accolte dal 2016 al 2019, 1.166 di italiani, le restanti 648 di stranieri, comunitari e non (35%). I nuclei italiani hanno percepito, a prescindere dal numero di mensilità, 1.119 euro; 1.571 i non comunicari e 1.619 i comunitari.

Per Ferrero "è l’intero sistema che non funziona. I grillini, quando venne approvato il reddito di cittadinanza, dissero che era stata sconfitta la povertà. Tutta retorica. Lo Stato deve creare i presupposti perché le aziende assumano chi non ha lavoro. Questa invece mi sembra una ’droga di Stato’, finalizzata a mantenere in un limbo persone senza lavoro e senza stimoli. Persone che dovrebbero essere invece formate professionalmente". L’esponente di Fratelli d’Italia non sottovaluta l’importanza di una forma di aiuto "a chi ha realmente bisogno. La mia percezione, frutto anche di quanto ascoltato da imprenditori, è che ci siano 20-30enni perfettamente in grado di lavorare, che preferiscono percepire il reddito di cittadinanza senza cercare alcun impiego. O magari incassarlo, ma lavorando in nero".