Il nuovo Piano urbanistico generale è stato presentato alla commissione Territorio: il 17 approderà per un primo passaggio sui banchi del consiglio comunale, mentre il giorno dopo è prevista la sua pubblicazione sul sito del Comune, dove per 60 giorni sarà possibile presentare osservazioni.
Fra gli eventi di presentazione da segnalare quello del 19 dicembre, alle 9, alla sala D’Attorre di Casa Melandri, davanti a cittadini e professionisti (l’8 gennaio in Comune toccherà ai consigli territoriali).
"Le tre sfide che permeano il Pug – spiega l’assessore Federica Del Conte – sono sintetizzate nei capitoli dedicati a neutralità climatica, inclusione e ospitalità, e infine attrattività, in transizione e internazionale, ciascuno declinato in microsfide che permeano il progetto ‘Paesaggi di terra e acqua’: così viene definito il Piano urbanistico generale".
Che si propone di ridurre il consumo di suolo a favore di rigenerazione urbana, valorizzazione del territorio e tutela ambientale, anche in seguito agli eventi estremi degli ultimi mesi.
Terra e acqua, oppure anche cemento? Il quesito che grava sul Pug è se questo intenderà invertire la tendenza che vede Ravenna, in quanto a cementificazione, maglia nera fra i comuni dell’Emilia-Romagna, a sua volta maglia nera fra venti le regioni: con 81 ettari di suolo consumato è il secondo comune italiano in cui si è costruito di più nel 2023.
Le opposizioni promettono battaglia: il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi, in particolare, si chiede come e perché la legge regionale contro il consumo di suolo abbia mancato l’obiettivo.
"Approvata quella legge, i Comuni non avrebbero potuto più applicare nessuno dei loro precedenti strumenti urbanistici – scrive Ancisi –. La giunta de Pascale impose però marce forzate al Consiglio comunale, riuscendo, appena prima che la legge scattasse, a varare la seconda edizione del Poc, resuscitando così la massima parte delle grandi lottizzazioni altrimenti da seppellire.
Il secondo Poc varò nuove edificazioni su una superficie territoriale di 8,4 milioni di metri quadrati, altro che zero. Concedendo che circa un terzo servisse a riqualificare aree già urbanizzate, il consumo di territorio sarebbe stato di circa sei milioni di metri quadrati. Significava costruire, su una superficie utile di 560mila metri quadrati, 8.671 nuovi appartamenti, mediamente di 65 metri quadrati.
Su altri 235mila metri quadrati, sarebbero sorti nuovi iper e supermercati, massacrando i piccoli e medi negozi, già in crisi, e l’attrattività dei centri urbani".
Ben oltre la metà del secondo Poc ha regalato ai ‘poteri forti’ di questa città dodici comparti di notevoli dimensioni, resuscitati dal primo Poc, che prevedono, ‘a fronte dell’edificazione, la realizzazione di opere di interesse pubblico’, disse la giunta de Pascale, e continua a dire l’assessora Del Conte.
Il secondo Poc non è però finito nel 2021, com’era scritto, perché la maggior parte delle nuove cementificazioni si è abbattuta su questi ultimi tre anni e si abbatterà sui prossimi".
E qui si spalanca il culmine dei paradossi, secondo quanto scrive Ancisi: "La stipula delle convenzioni, a causa delle alluvioni, è stata prorogata fino al 3 maggio 2024. Il nuovo Pug, tuttora congelato dalla giunta de Pascale nel proprio freezer degli affari, è ancora molto lontano dall’essere adottato dal consiglio comunale, cosicché nel frattempo, protetta dalla legge regionale del 2017, la brutale cementificazione del territorio ravennate continuerà irrefrenabile. Questa è la palla al piede che le due giunte de Pascale lasciano alle nuove generazioni".
Filippo Donati