
Il colpo fu messo a segno da una banda in trasferta
Milano Marittima (Ravenna). 29 febbraio 2024 – Il loro complice, il quarto uomo del gruppo, non è mai stato identificato. E il Rolex rapinato, uno Yacht Master, secondo la denuncia valeva esattamente 36 mila e 700 euro. Sono i contorni investigativi di una rapina avvenuta il 6 giugno 2022 a Milano Marittima e costata martedì scorso in abbreviato davanti al giudice per l’udienza preliminare Janos Barlotti e al pm Stefano Stargiotti, la condanna per i tre imputati, tutti di Napoli. Si tratta di Matteo Cammarota, 28enne difeso dall’avvocato Giuseppe De Gregorio (quattro anni e 8 mesi di reclusione, 1.666 euro di multa e interdizione per cinque anni dai pubblici uffici); di Giuseppe Criscuolo, 62enne difeso dall’avvocato Valentina La Cara (stessa condanna del precedente). E infine di Gennaro Sesso, 38enne difeso dall’avvocato Carlo Benini (cinque anni sei mesi e venti giorni di reclusione e 1.030 euro di multa oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici).
I tre sono accusati di avere rapinato in concorso (da qui la specifica aggravante) una donna - residente a Cesena - con al polso il prezioso orologio: in particolare secondo la procura l’avevano aggredita da dietro immobilizzandola e afferrandole entrambe le braccia.
Quindi le avevano trascinato il braccio sinistro verso l’alto e le avevano strappato dal polso il Rolex in oro rosa e cinturino di caucciù. In particolare secondo gli inquirenti, Criscuolo aveva noleggiato due bici da donna in un negozio di Milano Marittima. Quindi con quelle e una terza bici da uomo, in tre avevano battuto più volte le vie della località rivierasca (a favore di telecamere di sicurezza…) fino a notare la donna seduta a un tavolino fuori da un bar. A quel punto era scattato il colpo con la fuga finale su uno scooter del quarto uomo della banda, mai identificato, con il Rolex rapinato, mai recuperato, mentre gli altri, facendo da palo, gli avrebbero garantito la fuga.
In buona sostanza secondo le difese, solo uno del gruppo era stato riconosciuto nell’azione mentre per gli altri, pur inquadrati dalle telecamere, non si poteva parlare di concorso nel colpo ma solo di connivenza come tale non punibile: non c’era cioè la prova che avessero partecipato al sacco rivierasco del Rolex.
In subordine, la loro partecipazione sempre per la difesa andava al massimo inquadrata come di minima importanza, con conseguente riconoscimento della specifica attenuante. In quanto alla donna rapinata, non si è costituita parte civile.
Al di là di questo caso, non è la prima volta che batterie di malviventi sono giunte in trasferta, specie dal territorio partenopeo, proprio a caccia di orologi di lusso da depredare nella bella stagione lungo la riviera cervese.