Ha avuto luogo nelle scorse ore l’incontro a tu per tu fra la neoassessora regionale ai Trasporti Irene Priolo e i sindaci dei comuni interessati dal passaggio di quelli che saranno i due nuovi binari della linea Bologna-Castel Bolognese, protagonisti di quello che viene chiamato ‘quadruplicamento’, e che consiste nell’affiancare ai due binari già esistenti – quelli che, semplificando, potrebbero essere considerati dedicati ai treni regionali – due nuove corridoi su cui far viaggiare i convogli ad alta velocità e quelli in movimento verso il porto di Ravenna.
Sulla scrivania dell’assessora Priolo campeggiavano i documenti al cui interno sono contenute le mappe con le varie opzioni per il raddoppio, tre più una che è ufficialmente stata scartata, ma che non è escluso possa tornare in campo. I nuovi binari correrebbero infatti lontano da quelli attuali, in direzione nord: le opzioni sono tre, e prevedono di collocare il tracciato rispettivamente in affiancamento dell’autostrada, oppure a nord dell’A14, o ancora a sud. Per il territorio ravennate l’opzione nord comporterebbe un allaccio con la linea che conduce a Ravenna prossimo all’abitato di Solarolo, con tanto di variante sud per incontrare il tracciato della Bologna-Rimini immediatamente a est di Castel Bolognese, mentre nelle altre due opzioni – anch’esse dotate di variante sud in direzione Faenza – l’incontro con la linea ravennate avverrebbe poco più a nord di Castel Bolognese.
Tutte opzioni, hanno spiegato i sindaci (a Bologna erano presenti per il territorio ravennate le amministrazioni di Castel Bolognese, Solarolo, Bagnara di Romagna, Faenza e Cotignola), che non li trovano entusiasti: ecco perché il dibattito, la cui fase si concluderà il 28 gennaio, è ancora nel vivo. La quarta opzione – quella ufficialmente accantonata per via dei costi di realizzazione e dell’impatto degli eventuali cantieri – è quella di due nuovi binari al fianco di quelli attuali: ipotesi che comporterebbe tuttavia una quantità importante di sequestri e demolizioni di edifici. Bologna e Imola sono pronte a vedere vicoli ed edifici sventrati come ai tempi della ricostruzione post-bellica? In realtà nelle città europee opzioni di questo tipo suscitano meno sussulti di quanto accade in Italia: nella stessa Bruxelles non è infrequente vedere cantieri di dimensioni anche colossali nel bel mezzo del centro storico. A portare in auge le tre alternative non è solo un problema di costi: due nuovi binari separati da quelli attuali concederebbero un maggior margine di manovra, ad esempio in caso di guasti.
Filippo Donati