
Una foto della prima riunione dei cittadini alluvionati. a maggio 2023 (Tedioli)
È partita la raccolta firme per la sicurezza di Faenza e dei comuni romagnoli situati nel bacino dei fiumi Marzeno e Lamone. "L’obiettivo è arrivare a decine di migliaia di firme – spiegano gli organizzatori – ci piacerebbe che a Faenza, Russi, Bagnacavallo e Ravenna, tutti, ma proprio tutti, firmassero le nostre richieste". I promotori chiedono la realizzazione immediata delle quattro casse di espansione lungo i fiumi Lamone e Marzeno previste dallo studio del professor Armando Brath, commissionato, consegnato e pubblicato alla Regione Emilia-Romagna nel 2010. Parimenti la raccolta firme mette nel mirino anche l’individuazione di aree allagabili appositamente asservite e indennizzate, che in caso di emergenza possano venire attivate per mitigare gli effetti di alluvioni e allagamenti, oltre che il monitoraggio e la manutenzione periodica dei sistemi di sicurezza dei fiumi Lamone e Marzeno. "Siamo in emergenza climatica, con tempi di ritorno di alluvioni e allagamenti ormai molto ridotti, non si può accettare che i tempi per fare le opere siano quelli ordinari, lentissimi. Il rischio è che la palude burocratica sia essa stessa causa della prossima alluvione". Gli alluvionati elencano come in un cahier de doléances i drammi che scandiscono la loro quotidianità: l’attuale situazione "mette le persone in grave disagio psicologico ed economico; abbassa il valore di case e interi quartieri; fa scappare aziende ed esercizi commerciali, portando disoccupazione; demotiva gli agricoltori e rende le montagne e le colline meno custodite; comporta risarcimenti molto più costosi della prevenzione. I moduli per la raccolta firme possono essere richiesti dai soggetti interessati inviando una mail a comitatoborgoalluvionato@gmail.com. Sono in allestimento punti di raccolta a Faenza – l’appuntamento è per sabato in piazza – e nei comuni dove ci sarà la collaborazione di associazioni, sindaci, enti, comitati, gruppi di cittadini".
Nelle stesse ore è arrivato il sì del consiglio comunale, all’unanimità, alla delibera che sancisce il via libera al progetto di fattibilità tecnico-economica per le opere di regimazione idraulica a protezione del quartiere Borgo dalle esondazioni del torrente Marzeno, tra via San Martino e via Cimatti. "L’intervento, da sette milioni di euro – spiega Palazzo Manfredi – si sviluppa in tre lotti e comprende diverse opere: la costruzione di un nuovo argine parallelo a via Cimatti, il rinforzo dell’argine esistente del fiume Lamone, la realizzazione di una pista a monte del nuovo argine, un sistema di drenaggio delle acque e un punto di raccolta finale delle acque stesse". Nel frattempo un’altra ferita ambientale si è aperta sul territorio: varie foto scattate lungo il medio corso del Senio documentano come l’ultima piena abbia sparso lungo gli argini importanti quantità di plastica e scarti agricoli, a quanto pare prima concentrate in un unico punto e da lì trascinate via dall’impeto delle acque. Una situazione tuttavia non paragonabile a quanto sta accadendo nella parallela vallata del Santerno, prossima a essere travolta dai rifiuti che componevano la discarica non censita posta al Passo della Sambuca, nel comune di Palazzuolo. Un intreccio di emergenze e misure volte a contrastare altri disastri che dà il termometro di quanto sia complicato il 2025 della Romagna.
Filippo Donati