ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Quel giorno in Vaticano con papa Francesco, a parlare di Dante

Indimenticabile quel 10 ottobre 2020. Il picco del Covid è appena terminato e papa Francesco concede la prima udienza a...

Indimenticabile quel 10 ottobre 2020. Il picco del Covid è appena terminato e papa Francesco concede la prima udienza a una delegazione dell’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia e delle istituzioni civili e ravennati, in vista del centenario dantesco del 2021. Un incontro eccezionale in un luogo, il Vaticano, ricco di suggestione e di una storia secolare, ma soprattutto unico per la presenza di papa Francesco che, quella mattina, ci ha accolto con grande attenzione e cordialità. La sorpresa è poi aumentata quando, in anteprima assoluta, ha annunciato ai presenti che avrebbe seguito l’esempio di alcuni suoi predecessori, pubblicando un documento dedicato a Dante Alighieri, massimo poeta della cristianità, in occasione dei 700 anni della morte. E così è stato: il 25 marzo 2021 è stata resa nota la Lettera Apostolica “Candor Lucis aeternae” (Splendore della Luce eterna), testo breve, di grande interesse non solo per i credenti o gli studiosi, ma per tutti coloro che sono assetati di verità, di significato, di “eterno”.

Il Sommo Poeta è letto da papa Bergoglio con un’acutezza e modernità singolare; ne evidenzia non solo la fede, ma la sua universalità: un poeta che sa parlare al cuore di ogni uomo, perché lui stesso, esule e colpito da dolorose sventure, ha saputo vivere quella fatica e quelle amarezze come un’opportunità per una crescita personale, un’occasione per alzare lo sguardo all’essenziale, all’"Amor che move il sole e l’altre stelle" e divenire, per l’intera umanità, scrive il pontefice, "profeta di speranza e testimone della sete di infinito insita nel cuore dell’uomo". Ma l’opera del Sommo Poeta che cosa può comunicare a noi, al nostro tempo così inquieto e travagliato? Il papa, che ha mostrato più volte di saper apprezzare l’arte e la letteratura in particolare, sottolinea che Dante ci chiede qualcosa di più di un semplice ascolto. Ci invita infatti a "farci suoi compagni di viaggio", per "mostrarci quale sia l’itinerario verso la felicità, la via retta per vivere pienamente la nostra umanità, superando le selve oscure in cui perdiamo l’orientamento e la dignità".

Mentre con tutta la Chiesa ci uniamo commossi alla preghiera per il Santo Padre, vogliamo ricordare come, anche attraverso questo scritto, Papa Francesco ci lascia un messaggio o meglio un compito molto chiaro, sicuramente impegnativo, ma certamente affascinante se si ha cuore il proprio bene, la propria e altrui felicità. Grazie, Papa Francesco!

Manuela MambelliCoordinatrice Dante in rete