
"Quel disegno di Hulk è una minaccia". Ma il giudice assolve l’imputato
Il protagonista di questa singolare vicenda giudiziaria, potrebbe essere l’Incredibile Hulk. O meglio: un disegno nel quale un mostro che tanto somiglia al ginnasticato eroe della casa editrice statunitense Marvel, smembra un corpo, wow! Cioè lo tira dalla testa e dai piedi e... trac!: ne ricava due parti con copiosa fuoriuscita di sostanza ematica, splash!
Sembra la tavola di un fumetto e invece ha finito con il diventare corpo del reato. Anzi due reati: la violazione del divieto di avvicinamento e le minacce. Imputato, un ultra-cinquantenne italiano formalmente residente a Faenza e difeso dall’avvocato Nicola Laghi. Parte civile, la ormai ex moglie: pure lei italiana, di qualche anno più giovane e tutelata dall’avvocato Laerte Cenni. Prima di spiegarvi cosa è accaduto, vi diciamo subito che, pur a fronte di una richiesta della procura di proseguire nel processo (in aula era presente il viceprocuratore onorario Simona Bandini), il giudice Federica Liposcek ha pronunciato lunedì scorso sentenza di non luogo a procedere. Novanta i giorni per le motivazioni: e da quelle, capiremo chi e perché.
Per ora torniamo a quel simil-Hulk recapitato con una busta non affrancata nella buchetta della donna il 20 dicembre 2021. In realtà - ha sostenuto la difesa in arringa - lo schizzo era destinato al figlio della coppia, giovane appassionato degli eroi Marvel. Ma le cose per l’uomo si sono complicate perché su di lui pendeva il divieto di avvicinarsi alla compagna o di comunicare con lei con qualsiasi mezzo. Non solo: attraverso quel corpo fatto a brandelli, per gli inquirenti aveva alluso a una pregressa minaccia, questa: "Ti stacco la testa, ti spezzo le gambe". Tra i due evidentemente non correva più buon sangue.
In particolare nel settembre del 2019 l’uomo era stato bloccato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Dal carcere era poi passato ai domiciliari. Quindi nel febbraio 2021 aveva ottenuto un più mite obbligo di dimora sul territorio comunale ravennate con il divieto categorico di avvicinarsi a meno di un chilometro alla donna o ai posti da lei di solito frequentati. A giugno la misura era stata sostituita da un divieto di dimora sul territorio faentino.
Eccoci tornati a quella lettera: senza francobollo significa che una manina ce la deve avere pur messa nella buchetta della ex. E se fosse stato lui, avrebbe infranto il divieto di avvicinarsi alla donna. Ma può essere anche che gli inquirenti avessero inteso come violazione, quella legata al divieto di comunicare con lei con ogni mezzo, disegni compresi. La difesa ha però sostenuto che non c’era prova del fatto che proprio l’imputato avesse recapitato la missiva. Inoltre il disegno era strettamente destinato al figlio - verso il quale non esistono restrizioni -, mica alla ex. Per il resto - ha fatto notare il legale, evidentemente pervicace lettore di fumetti in giovinezza e oltre -, gli eroi della Marvel, è notorio, menano le mani senza andarci troppo per il sottile. Così è stato e sarà finché esisteranno i fumetti.
Andrea Colombari