Nella sua storia millenaria Ravenna ha avuto tanti visitatori; mi limiterò a ricordarne qualcuno del secolo passato. Mi ha sempre colpito il sogno dello psicanalista Carl Gustav Jung, venuto dalla Svizzera più di una volta nella nostra città che gli è rimasta nel cuore come una visione onirica e per aver visto illusoriamente, nel mosaico del battistero Neoniano, Cristo che dà la mano a San Pietro perché non affoghi. Il suo pensiero è andato poi a Galla Placidia che rischiando di perire per una tempesta in mare, fece un voto per adempiere il quale costruì la basilica di San Giovanni Evangelista. Nei sogni diurni di Jung c’è sempre l’acqua che è arché, principio di ogni cosa e di vita secondo il filosofo ionico Talete. Per Yves Bonnefoy poi, le nostre pietre e le nostre tombe piene di memoria parlano, perché la poesia le ha rese vive. Ravenna che Bonnefoy ha visto maestosa e semplice, pura nell’anima.
L’oro dei mosaici della città stregò totalmente Gustav Klimt che, se non fosse venuto a Ravenna, non avrebbe avuto il suo periodo d’oro; e le sue ’Giuditte’ ce lo testimoniano. Venendo ad Eliot, Ravenna per lui non è stata certamente una terra desolata, ma del nostro S. Apollinare in Classe ha scritto in "Luna di miele": "I capitelli d’acanto si arricciano al vento". Aleksandr Blok poi scriverà: "…tutto ciò che balena un solo istante / e perisce, tu l’hai già seppellito / nei secoli o Ravenna / e come un bimbo / dormi nell’assoluta eternità / / In lontananza s’è ritirato il mare / e al bastione s’avvinghiano le rose,/ perché Teodorico nella tomba / non sogni la bufera della vita".
Non dimentichiamo poi Ungaretti e il trebbo poetico; oggi una piazzetta ce lo ricorda assieme agli amici Walter Della Monica e Toni Comello. E ancora ricordiamo i viaggi di Montale, dove Dora della Carinzia per lui é stata il mosaico più bello. Per non parlare di Pier Paolo Pasolini le cui radici sono per via del padre, ravennati, e del santalbertese Olindo Guerrini padre della "della poesia romagnola". Sono sicuro che nel Paradiso dei romagnoli giocherà a marafone fumando la pipa di terracotta con Pio disum (Pio decimo). Bisognerebbe parlare anche d Marguerite Yourcenar, d Oscar Wilde e di Lord Byron che a Ravenna ha trovato un grande amore in Teresa Guiccioli, amore che lasciò per andare in Grecia a Missolungi col fratello di lei, e là concluse i suoi giorni.
Nevio Spadoni