ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Il processo al veterinario Guerra: "Anomalie nel registro, eutanasia allo stesso cane e in due giorni diversi"

Ieri la testimonianza del carabiniere forestale Rossano Tozzi Nelle carte del veterinario "cose mai viste in 30 anni di esperienza" Relativamente alla morte degli animali "mancavano le cartelle cliniche"

Ravenna, 20 dicembre 2023 – Esaminando il registro recuperato in ambulatorio, gli erano balzate agli occhi due stranezze, qualcosa a suo dire "mai visto in trent’anni di esperienza". Ovvero "l’eutanasia di due cagne dello stesso proprietario morte nella stessa giornata". Ma anche un cane "morto e rimorto", al quale cioè per due volte in due date differenti, era stato inoculato Tanax, il farmaco usato per le eutanasie.

Guerra ha assistito all’udienza: è accusato, tra le altre cose, di maltrattamento e uccisione di animali
Guerra ha assistito all’udienza: è accusato, tra le altre cose, di maltrattamento e uccisione di animali

Una udienza fiume quelle di ieri mattina nella quale ha parlato il brigadiere capo dei carabinieri forestali Rossano Tozzi, teste del pm Marilù Gattelli. Davanti a lui, seduto accanto al suo avvocato, c’era Mauro Guerra, il veterinario 50enne di Sant’Antonio accusato, tra le altre cose, di maltrattamento e uccisione di animali, di detenzione illegale di farmaci, di falsificazione di libretti sanitari, di frode in commercio e di reati tributari. A queste, si sono più di recente aggiunte altre due grane: l’ordine dei medici veterinari a maggioranza ha deciso di radiarlo (lui ha impugnato la decisione). E il tribunale ha deciso di confermare il sequestro del suo ambulatorio (lui ha impugnato l’esecutività della decisione).

“Lavoro fondamentalmente sugli animali", ha esordito il teste prima di affondare sull’argomento più spinoso del processo: le eutanasie. Su questo fronte, durante le perquisizioni, "non abbiamo trovato né i consensi informati per i proprietari né le cartelle cliniche dei cani portati a morte" o comunque "analisi preventive che provassero che il cane in questione fosse malato terminale e sofferente".

Tra il materiale finito nel calderone dei sequestri, figurano "analisi di telefonini e agende manoscritte". Filo conduttore, "i messaggi tra i proprietari degli animali e Guerra in cui si parlava di eutanasia". In particolare nelle agende, tale parola era talvolta accostata "al numero di telefono dei proprietari". Nello specifico, sul cane Totò figurava questo messaggio della padrona datato 15 novembre 2020: "Buongiorno e scusa se ti disturbo di domenica. Il mio cane di 17 anni è peggiorato ieri, è uno strazio vederlo così: non puoi vederlo oggi e fargli la puntura?".

La risposta di Guerra: "Venite adesso: per 30 minuti sono in ambulatorio". Quel cane risulta essere morto il 15 novembre stesso. "Una stranezza: è stato iscritto in anagrafe canina il 18 novembre" ma se la padrona "non fosse andata a registrarlo, non si sarebbe saputo nulla di lui: un cane fantasma".

Per quanto riguarda il cane Melia di 12 anni, era stata "segnalata una patologia cronica". Su di lui, figura un messaggio del 28 novembre 2020: "Avevano pensato di fare l’eutanasia", scrive il padrone. E Guerra: "Ok se hai bisogno telefonami domani". La morte era stata registrata al 30 novembre. Per il cane Kia, la morte risale al 30 maggio 2020: "Sull’agenda di Guerra c’è un appunto del 20 maggio che fa riferimento al Tanax". Per il cane Ronnie, il messaggio del 7 dicembre 2020 è questo: "Per favore non suonare il campanello chiamami al cellulare". E Guerra replica: "ok".

Si arriva ora al caso del cane Max per la cui eutanasia figurava "la stessa dicitura due volte in due date diverse con lo stesso medicinale: morto e rimorto, è un falso". Ovvero "il 6 ottobre era già morto: era nel freezer" tanto che il 7 ottobre per lui figurava la specifica annotazione. Ma la stessa cosa era accaduta alla data del 29 settembre. Infine c’è il caso dei due animali dello stesso proprietario soppressi lo stesso giorno: impossibile sapere a fronte di quale patologia visto che "non c’è alcuna certificazione su alcun cane".

Dalla perquisizione della valigetta per le visite a domicilio, era emersa una "bottiglietta di Tanax aperta: non c’erano anestetici". Gli acquisti avevano permesso di ricostruire "una grande quantità di Tanax: ma non c’era corrispondente quantitativo di sedativi". Non era andata meglio con lo " studio del registro stupefacenti" da cui era "emerso un grande caos e un unico anestetico: la ketamina".