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Mauro Guerra, 51 anni
Alla richiesta della procura per una pena totale a 13 anni e 4 mesi di reclusione e 100mila euro di multa, si sono aggiunte mercoledì pomeriggio le richieste risarcimenti formulate dalle associazioni che si sono costituite parte civile. Dovrà dunque fare i conti anche con quelle il 51enne veterinario Mauro Guerra a processo per maltrattamento e uccisione di animali, detenzione illegale di farmaci, smaltimento illecito di rifiuti speciali, falsificazione di libretti sanitari, frode in commercio e reati tributari.
Le parti civili in particolare hanno parlato per un paio d’ore aderendo in buona sostanza alle ricostruzioni offerte dal pm Marilù Gattelli durante le sue quasi 5 ore di requisitoria, a esclusione ovviamente della parte relativa ai reati tributari (pesa per 7 anni sul totale richiesto). Per le associazioni, l’istruttoria, dopo 16 udienze, 120 testi e 1.500 pagine di trascrizioni, ha fornito ampi riscontri sulla responsabilità penale dell’imputato. Al termine, sono state anche depositate conclusioni scritte nelle quali sono stati quantificati i risarcimento richiesti per un totale di diverse migliaia di euro.
Nel dettaglio si tratta delle guardie ambientali d’Italia e del nucleo operativo guardie eco-zoofile (avvocato Mauro Faccani), costituitesi ma solo per il co-imputato; della lega nazionale protezione del cane (avvocati Michele Pezzone e Massimiliano Canè); dell’Oipa (avvocato Anna Vio); della Lav (avvocato David Zanforlini); e dell’Enpa (avvocato Barbara Liverani).
Per quanto riguarda il co-imputato - un 45enne di Savio difeso dagli avvocati Luca Berger ed Eleonora Sgrò -, la richiesta del pm, una volta concesse le attenuanti generiche e mettendo in continuazione le due imputazioni, è stata di 8 mesi. In particolare l’uomo, in concorso con Guerra, deve rispondere della falsificazione di un libretto di un cane e del taglio di una coda. Anche per la sua difesa, così come per quella del veterinario, l’arringa è stata fissata per fine febbraio. A quel punto se il pm deciderà, ci saranno repliche. Altrimenti il giudice Piervittorio Farinella potrebbe decidere di ritirarsi subito in camera di consiglio per la sentenza.
Nella sua requisitoria di mercoledì mattina, il pm ha insistito molto sul punto legato alle eutanasie ritenute improprie. In particolare un consulente aveva verificato il passaggio per le mani di Guerra di una "enorme quantità di Tanax", il farmaco necessario alle soppressioni. Ovvero "19 confezioni a fronte di mancanza di analgesici" necessari per addormentare l’animale prima di procedere. Prima della fatidica perquisizione del 10 dicembre 2020 nell’ambulatorio di Sant’Antonio, l’ultima eutanasia risale al 7 dicembre: di un cane: esattamente come il vecchio labrador Balto dalla cui eutanasia eseguita il 19 agosto di quell’anno, era scattata l’intera inchiesta.
"Per capire se una uccisione sia stata fatta o meno senza necessità, bisogna capire quando un veterinario può togliere la vita a un animale da compagnia. I consulenti - per il pm - dicono tutti la stessa cosa in modo chiarissimo sulla base della legge specifica e del codice deontologico: può essere soppresso se gravemente malato e incurabile". Vedi "stadio terminale e senza reattività ai farmaci". L’eutanasia "è somministrata solo nell’interesse dell’animale: per evitargli sofferenze. In Italia l’unico modo è il Tanax: è un veleno che impedisce alla cassa toracica di espandersi: l’animale non respira più ma è cosciente. Per questo prima dev’essere sottoposto ad anestesia generale". Il Tanax ricondotto a Guerra, "corrisponde a vari animali uccisi a settimana". Tuttavia quanto ad analgesici, "aveva solo una boccetta di ketamina aperta: eppure parliamo di un veterinario che ha una fila di 40 clienti al giorno....". Del resto un "anestetico costa tempo e denaro".