Sta per uscire con la Casa editrice Il Ponte Vecchio di Cesena, la tanto attesa antologia di poesie di Giovanni Nadiani (Cassanigo di Cotignola, 1954 – Reda, 2016), curata con la consueta perizia dal poeta e studioso Giuseppe Bellosi. Ricordare Nadiani, una delle voci più limpide della poesia sperimentale contemporanea in lingua romagnola, è un obbligo. Giovanni Nadiani è stato per tanti anni insegnante al liceo linguistico "Europa" di Forlì, che lo ha visto docente di lingua e letteratura tedesca mentre io insegnavo storia e filosofia. Nadiani ha poi insegnato la stessa lingua presso la Scuola interpreti e traduttori dell’Università di Bologna, sede di Forlì. È in quel periodo che chi scrive aveva iniziato a stendere un testo teatrale a quattro mani, fino al giorno che mi confidò di avere una grave malattia, e gli sarebbero restati pochi mesi di vita. Quella notizia mi paralizzò al punto che non ho più osato chiamarlo, se non per chiedergli notizie sulla sua salute. Sarebbe lungo parlare di tutte le sue varie attività: animatore e curatore della rivista "Tratti" assieme all’amico Guido Leotta di Faenza e ad altri amici, ma anche organizzatore di Festival faentini ai quali parteciparono nomi di alto prestigio quali Franco Loi, Gianni D’Elia, Achille Serrao, Amedeo Giacomini e poeti stranieri suoi amici, soprattutto di lingua tedesca.
Con la sua poesia Giovanni si è mostrato attento alla contemporaneità in tutte le sue pieghe. Essa infatti, fin dagli esordi, insiste sull’aridità della vita, sui gesti spesso banali del quotidiano, sulla incomunicabilità e il disagio che disorientano l’uomo mercificato e massificato della "società liquida".
In tutti i suoi lavori ha fotografato sacche di miseria del nostro tessuto sociale, con un linguaggio asciutto, secco ed incisivo, con ricchezza di metafore e ricorrendo spesso a parole prese da altri idiomi, in quanto esperto poliglotta.
Nei suoi ultimi lavori c’è tuttavia un recupero di semanticità, anche se la sua poesia comunque si presta ad una recitazione graffiante, accompagnata da musica dodecafonica perché rompe ogni misura, con un ritmo tutto nuovo e insolito nel dialetto romagnolo. Ecco perché siamo ansiosi di vedere l’uscita dell’antologia curata da Bellosi, convinti si tratti di una scelta opportuna ed oculata. Nel corso della sua carriera Nadiani ha vinto nel 1991 il premio nazionale ’Lanciano’ di poesia dialettale, nel 1999 il premio San Gerolamo per la traduzione letteraria, nel 2004, il ’Città di Ischitella’ e nel 2014, premio ’Salva la tua lingua’, indetto dall’Unpli e ricevuto a Roma in Campidoglio
Nevio Spadoni