
Plazzi: "È un grande orgoglio. E il Cvr ha fatto crescere i giovani"
Presidente Matteo Plazzi, qual è il suo ruolo nel team Luna Rossa Prada Pirelli?
"Il mio ruolo è quello di ‘rules advisor’, in particolare mi occupo dei regolamenti legati alla barca e all’evento. Il gruppo di lavoro è costituito da 4 persone; il nostro compito è assicurarci che tutto quello che attiene alla barca, ed in generale alla sfida di Luna Rossa, sia conforme ai regolamenti, ma è anche quello di aiutare progettisti, velisti e management, affinché tutte le possibilità concesse dalle norme vengano sfruttate al meglio".
È un compito di grande responsabilità...
"In Coppa America, in tutti i ruoli si possono far danni! Direi soprattutto che è un ruolo in cui vale il lavoro di squadra; assieme al management dobbiamo sempre valutare i rischi e i potenziali vantaggi. I regolamenti sono molto complessi, sia quello della barca, sia quello della competizione e, spesso, finiscono per condizionare il risultato dell’evento. Il tipo di barca è in costante evoluzione e non tutte le regole sono chiare. O meglio, quando sono state scritte le regole, non tutti gli scenari erano stati previsti. Per questo motivo, a fianco alle regole di stazza, esiste un continuo susseguirsi di interpretazioni che possono permettere o vietare nuove soluzioni tecniche. Ad oggi, ne sono già uscite 121. E mancano ancora i mesi più ‘caldi’...".
Quante possibilità ha il team Luna Rossa Prada Pirelli di vincere la Louis Vuitton Cup e poi anche la Coppa America?
"La sfida nasce con l’obbiettivo di vincere. Possibilità di successo? In questo momento ci sentiamo forti; i passi compiuti finora hanno dato risultati molto positivi. Fra un paio di mesi si vedranno le barche degli avversari e, in quel momento, capiremo se qualcuno avrà avuto idee che noi non abbiamo preso in considerazione".
Da presidente del Cvr e da ‘senior player’ di Coppa America, vedere 6 ravennati nel team Luna Rossa Prada Pirelli, che cosa le suscita?
"Sicuramente mi fa molto piacere e direi tanto orgoglio. Anche perché, da Azzurra in poi, tutte le edizioni della Coppa America hanno avuto una forte connotazione ravennate e romagnola; ormai non sono più casi isolati; abbiamo fatto almeno un cambio di generazione. Lasciatemi pensare che anche il nostro Cvr abbia avuto un ruolo nel far crescere i giovani e portarli al massimo livello".
Cosa serve per vincere la Coppa America?
"Progettare una barca veloce, sbagliare meno degli altri, restare con i piedi per terra quando si vince e, soprattutto, saper reagire alle sconfitte. Non esiste la regata perfetta. In una regata si commettono sempre degli errori; farne uno meno del tuo avversario, se hai la barca competitiva, vuol dire vincere".
Sei mesi al via delle regate, cosa significa per un velista? "Ogni giorno che passa è un giorno in meno a disposizione per prepararci all’evento. Ad oggi posso dire che, sulla barca, sono state fatte tutte le scelte tecniche. Abbiamo un gruppo di velisti che è sicuramente in grado di confrontarsi perlomeno alla pari con tutti i migliori equipaggi del mondo. Fra poco si tireranno le somme, vedremo le barche dei nostri avversari e, poco dopo, inizieremo a confrontarci in mare. Noi ci sentiamo pronti".
Qual è lo stato di salute della vela ravennate?
"A livello giovanile, a partire dalla scuola vela fino alle squadre agonistiche dei ragazzi, c’è grande entusiasmo e partecipazione. La vela d’altura invece, sia nel diporto, sia per quanto riguarda le regate, si è po’ ‘seduta’. Marina di Ravenna ha un grosso potenziale legato all’ampio numero di ormeggi e alla sicurezza nell’ingresso in porto. Come Circolo Velico Ravennate, da vari anni stiamo cercando stimoli da offrire agli armatori per invogliarli a navigare di più. Mi auguro che, prima o poi, riusciremo a trovare quelli giusti". La Coppa America potrà essere uno stimolo?
"Tutte le edizioni di Coppa America in cui un team italiano è stato protagonista, hanno avuto ripercussioni positive sul mondo della vela; è un effetto molto tipico del pubblico italiano. La Coppa America sarà a settembre-ottobre, dunque a fine stagione, e mi auguro che possa comunque creare attenzione e generare un volano".
Perché la vela ha visibilità solo in occasione di questi grandi eventi?
"I media si accorgono della vela soprattutto quando ci sono questi grandi eventi, ovvero Coppa America e Olimpiadi. La vela è uno sport complesso, il mezzo, ovvero la barca a vela, non è conosciuto dal grande pubblico ed è evidente la difficoltà di essere coinvolti emotivamente in una disciplina non ‘popolare’. Ma il pubblico italiano è imprevedibile e noi proveremo a coinvolgerlo con i risultati".
Roberto Romin