ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Più di 20 imbrattamenti a Lugo. Assolto l’unico imputato

Presi di mira edifici del Comune, del Pd e il monumento di Baracca.

Presi di mira edifici del Comune, del Pd e il monumento di Baracca.

Presi di mira edifici del Comune, del Pd e il monumento di Baracca.

Nella precedente udienza sembrava ormai cosa fatta per la map, la messa alla prova. E invece era emerso che l’imputato - un 58enne residente a Ravenna, difeso dall’avvocato Valentina Valente e accusato di 23 imbrattamenti accertati a Lugo il 22 maggio 2019 - non aveva svolto nemmeno un’ora dei lavori di pubblica utilità nel comune lughese previsti dal programma (300 ore di giardinaggio e altro). E così il processo era continuato. L’epilogo è arrivato ieri pomeriggio quando il giudice Michele Spina, a fronte della richiesta della procura a 4 mesi di reclusione, ha assolto il 58enne "per non avere commesso il fatto": è possibile che abbia ritenuto carente l’identificazione dell’accusato; ma per poterlo dire con certezza, occorrerà attendere che entro 45 giorni vengano depositate le motivazioni.

Nel procedimento figuravano due principali parti offese: il Pd (rappresentato dall’avvocato Andrea Valentinotti) che non si era costituito ma che, come risarcimento, aveva ottenuto il versamento di una somma di giustizia a un ente di beneficenza. E poi il Comune di Lugo tutelato dagli avvocati Lorenzo e Giacomo Valgimigli: si tratta della parte offesa più danneggiata con quattro immobili colpiti. Il solo danno patrimoniale per il rapido ripristino del decoro delle opere imbrattate, ammontava a più di 3.400 euro; senza contare poi il danno d’immagine. A fronte di ciò, l’imputato aveva offerto 600 euro: soldi che in prima battuta erano stati trattenuti a titolo di mero acconto sul maggior danno per il quale il Comune si era riservato di agire in sede civile.

Il vaglio penale della vicenda a questo punto però mescola assai le carte. L’avvocato difensore, subentrato a un precedente legale, da parte sua aveva chiesto un proscioglimento del 58enne sulla base del provvedimento di archiviazione per i co-indagati. Quella notte in azione erano entrate sei persone in due batterie da tre. Le scritte incriminate - bestemmie e insulti - se la prendevano perlopiù con Salvini e la Lega. Ma comparivano anche invettive contro il voto, il clero, la banca Mediolanum, la Croce Rossa. Oltre a immobili comunali e privati, erano stati imbrattati il monumento dedicato a Baracca, la sede della Cri, una filiale della Cassa di Risparmio di Cento, la sede della Mediolanum, la chiesa del Suffragio, un immobile della parrocchia di San Francesco di Paola, un ufficio postale e persino un’ambulanza della Cri.

a.col.