
"Piombone, addio relitti. Ecco come rimuoverli"
E’ nero su bianco il decalogo stilato dal Parco del Delta del Po contenente gli accorgimenti di carattere ambientale da adottare nel momento in cui verranno rimosse, di qui ai prossimi anni, le cinque carrette del mare che da decenni costituiscono il mesto panorama del canale Piomboni. La storia è nota: si tratta di tre navi russe – la Orenburg, la Nikolaev e la Vom-Gaz – abbandonate circa quindici anni fa al porto di Ravenna, e di due chiatte che non sono più state reclamate da nessuno addirittura da più di trent’anni. Cinque colossi ormai fatti di sola ruggine, in uno stato di disfacimento tale da aver finalmente indotto le autorità a calendarizzare la loro demolizione, per evitare di replicare un nuovo disastro analogo a quello della Berkan B. L’intervento non sarà indolore: il conto finale a carico del settore pubblico – considerato che i proprietari si sono resi irritracciabili o hanno declinato l’invito ad occuparsi dei cinque relitti – si aggirerà sui quindici milioni di euro.
Per la rimozione dei relitti, specifica l’Ente parco, saranno disposti i "presidi necessari al fine di scongiurare sversamenti e dispersioni incontrollate che possano determinare l’inquinamento dei fondali e dell’acqua". Verranno ad esempio posizionate in vari punti – attorno al relitto e all’area di cantiere dei sistemi di contenimento di eventuali fuoriuscite di idrocarburi. I tre relitti più piccoli saranno spostati così come sono, mentre le due navi più grandI verranno scomposte in più segmenti. L’obiettivo del Parco è evitare "che le sostanze inquinanti eventualmente ancora presenti all’interno si disperdano nelle circostanti acque lagunari: le panne (i sistemi di contenimento) saranno dotate di uno skimmer da utilizzare in caso di emergenza (si tratta di un dispositivo analogo a quello che monitora le acque dei bacini artificiali, ndr), mentre la geometria del bordo di contenimento dovrà essere modificata in funzione della movimentazione dei vari mezzi navali utilizzati". Occorrerà poi mettere in campo "appositi contenitori per accumulare gli eventuali rifiuti umidi, in modo da evitare il rilascio di materiali liquidi inquinanti sulla banchina di stoccaggio dei rifiuti". Cosa troveranno dentro i relitti gli uomini che si occuperanno della loro rimozione?
"Tutti gli inquinanti presenti dovranno essere classificati chimicamente, in modo da poter stimare la loro pericolosità sia durante lo smantellamento che in caso di eventuali incidenti". Anche dopo la rimozione dei relitti il canale Piomboni rimarrà attenzionato, sia per quanto riguarda il suo collegamento diretto con il porto, sia sul fronte ambientale: "Le operazioni saranno seguite da un monitoraggio dell’incidenza sugli habitat e sulle specie di eventuali fenomeni legati all’accumulo di sostanze inquinanti: verrà indagata la loro presenza nell’acqua, nei sedimenti, ma anche negli esemplari di pesci che vivono nelle acque della Pialassa e degli uccelli loro predatori".
Filippo Donati