PATRIK PUCCIARELLI
Cronaca

Pilota Naomi Maiolani morta: elicottero contro il monte forse per la nebbia

Ma gli inquirenti che indagano sull’incidente di Carrara, in cui ha perso la vita la faentina di 28 anni, non escludono alcuna ipotesi

Faenza, 29 ottobre 2023 – Per ore il Pegaso ha sorvolato la zona di Fontia, paese di circa 200 abitanti sopra a Carrara. La speranza era quella che la faentina Naomi Maiolani si fosse lanciata dall’elicottero. La zona è stata battuta da volontari che la chiamavano pregando in una risposta. Ma l’amaro destino ha spezzato i sogni di una 28enne che voleva volare fin da piccola ed è morta mentre stava lavorando. C’è ora la possibilità che la Procura di Massa Carrara apra un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo. E le indagini andranno di pari passo con il fascicolo aperto dall’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) che, nella relazione, specifica: "L’obiettivo dell’inchiesta di sicurezza consiste nel prevenire futuri incidenti e inconvenienti, non nell’attribuire colpe o responsabilità. Essa, conseguentemente, è condotta indipendentemente e separatamente da inchieste - come ad esempio quella dell’autorità giudiziaria - finalizzate all’accertamento di colpe o responsabilità".

Il velivolo precipitato e Naomi Maiolani
Il velivolo precipitato e Naomi Maiolani

Ma a complicare il lavoro degli investigatori c’è l’assenza del flight recorder, la scatola nera, perché non è previsto su aeromobili inferiori alle 7,5 tonnellate. Tra le varie ipotesi, ancora al vaglio degli investigatori, l’avaria al motore, quella alla trasmissione o al rotore di coda, possibili cause di perdita del controllo del mezzo. Poi quella più avvalorata dagli esperti di volo: l’impatto con il monte dopo che Maiolani era entrata in un banco di nebbia. Non sembra che la 28enne abbia avuto il tempo di lanciare l’allarme, tesi che potrebbe accantonare l’avaria ma "non si può escludere niente – dice Vittorio Cucurnia, pilota privato di aereo ed elicottero dal 1980 con 1080 ore di volo alle spalle –. Dalle foto il relitto è molto danneggiato quindi si presume sia avvenuto un impatto con tanta energia. Che cosa abbia portato a questa situazione lo dovrà stabilire l’inchiesta tecnica. Il giorno dell’incidente sul posto c’era un ingegnere pilota di ala rotante dell’Ansv, un professionista che ha catalogato le prime evidenze sul luogo del sinistro. Purtroppo qui c’è l’aggravante del fuoco che non aiuta, dato che molte evidenze possono essere o alterate o distrutte. Dopo l’ok del magistrato la carcassa dell’elicottero sarà rimossa e portata in un luogo protetto, in un hangar, sotto sequestro penale dove verranno svolte le indagini".

Partita da Oristano Maiolani, aveva fatto rifornimento all’Elba per riportare a Sondrio l’aeromobile della società Elitellina che in Sardegna svolgeva il servizio antincendio. A Fontia l’elicottero ha impattato il monte con molta energia e il monoturbina As350 Ecureil si è accartocciato, il trave di coda schiacciato e poi l’aeromobile ha preso fuoco.

“Quasi sicuramente la pilota o non ha visto il monte o non ha visto un altro ostacolo, a causa della nebbia, e ci ha sbattuto contro – afferma il comandante Jacopo Del Carlo, ufficiale pilota della Marina Militare –. Questa è la ricostruzione più plausibile senza altri elementi disponibili, la causa degli incidenti mortali più frequenti nel campo elicotteristico è affrontare la montagna". A rispondere potrebbe essere anche il Fadec, un sistema di controllo dei parametri e prestazioni di un motore aeronautico presente sull’aeromobile. I dati farebbero chiarezza nel caso Maiolani avesse cercato di invertire bruscamente la rotta per non impattare. "Non è detto che avesse a bordo la strumentazione per rilevare l’ostacolo – conclude poi il comandante Del Carlo –. Un elicottero che fa antincendio deve essere leggero per trasportare il massimo carico d’acqua".