PAOLO CASADIO
Cronaca

Per il turismo colto occorre avere una città sempre decorosa

Direi che la visita dei Reali inglesi e del Presidente della Repubblica è stata perfetta. La città s’è presentata al...

Direi che la visita dei Reali inglesi e del Presidente della Repubblica è stata perfetta. La città s’è presentata al mondo con i suoi abiti migliori e il meccanismo dell’accoglienza ha funzionato a meraviglia. Il benvenuto è stato caldo, partecipato, spontaneo; la simpatia dei reali ha fatto il resto. I percorsi, le soste, gli eventi diluiti sugli itinerari regali, persino il tempo atmosferico: tutto è andato, credo, oltre le aspettative, e quindi complimenti schietti a chi ha gestito quest’occasione straordinaria e insperata per la città di Dante. Del resto, non penso ci fossero margini d’errore: mediaticamente l’occasione era unica. Da oggi Ravenna ha un’evidenza – e un nome – consolidata nel vasto e vario universo anglosassone, e questo si pensa, si spera e ci si augura che possa tradursi in incrementi delle presenze turistiche e dei ritorni economici conseguenti. La città ha davvero una ricchezza storica e culturale con pochi eguali, misconosciuta ai più (e spesso anche a chi ci è nato), e da giovedì scorso l’assaggio di una seppur piccola parte di tale patrimonio è stato protagonista del palcoscenico mediatico.

Tutto bene, quindi? No. Per poter attrarre un turismo colto, non stagionale, interessato all’enorme patrimonio della città, occorre offrire un ambiente dove la qualità del territorio, urbano e non, sia collocato al primo posto nell’ideale elenco delle cose da fare del buon amministratore. Quel che si è fatto straordinariamente prima della visita di Carlo e Camilla, ovvero l’intervento radicale di pulizia di piazze, giardini e strade, l’estirpazione di erbacce, la rimozione di rifiuti, la bonifica di aree, dovrebbe – deve – divenire prassi comune e quotidiana diffusa all’intera cittadina, e non solo per il necessario rispetto dei cittadini che pagano le tasse e che di tanto hanno naturale diritto. Ravenna deve avere un’attenzione qualitativa costante e non riservata soltanto alle occasioni eccezionali; un’attenzione qualitativa diffusa, capillare, continua, coordinata, coerente con la qualità unica del suo invidiabile patrimonio storico. Non si può essere belli per un giorno e poi tornare a scivolare nella sciatteria, nella convivenza con l’approssimazione, col pressapochismo.

Molto tempo fa Cesare Romiti, manager Fiat, coniò questo slogan: "Qualità totale". Bene, è ora che Ravenna se lo faccia suo e investa nella manutenzione puntuale della propria unicità. Ne avrà solo ritorni positivi e benefici.

Paolo Casadio