ROBERTO ROMIN
Cronaca

Il ritorno di Paul Cayard a Ravenna: "Raul Gardini ci insegnò a vincere ogni sfida"

Lo storico skipper, senza più i caratteristici baffi, intervistato a Palazzo Rasponi. Ha fatto rivivere le emozioni per la vittoria nel 1992 della Louis Vuitton Cup

Paul Cayard nell’affollatissima serata a Palazzo Rasponi (Zani)

Paul Cayard nell’affollatissima serata a Palazzo Rasponi (Zani)

Ravenna, 31 agosto 2023 – Dal 2011 ha abbandonato i baffi alla Magnum Pi. Ma il carisma di Paul Cayard, lo storico skipper del Moro di Venezia, è rimasto immutato.

Per più di un’ora, intervistato da Antonio Vettese, con l’inconfondibile inflessione statunitense, ha tenuto banco con riflessioni e aneddoti, ricevendo più volte gli applausi dei 200 fortunati che l’altra sera hanno gremito la sala Nobile di Palazzo Rasponi.

"Quando sono transitato da via Massimo d’Azeglio, davanti a quel portone ho provato una forte emozione. Sono passati quasi 40 anni dalla prima volta che varcai quella soglia. Le esperienze fatte con Raul mi hanno formato. Ci sono persone che ti danno tanto nella vita, e tu diventi una parte di loro. Ecco, io sono stato molto fortunato. Ho avuto l’opportunità di stare vicino ad un uomo del genere. Vederlo e ascoltarlo oggi sugli schermi, ci fa ricordare quanto sia stato un visionario, un leader. Raul era il cuore, era al centro di questa cultura. Non aveva allestito solo una barca con un equipaggio che regatava. Aveva fatto molto di più. Ed è per questo che rimane nella storia, per tutto il ‘plus’ che è stato e che ci ha lasciato in eredità".

La mostra sul Moro di Venezia è di fatto un tributo a Raul Gardini: "Ravenna era la città di Raul – ha proseguito Cayard – e io sono contento di vedere questo orgoglio da parte della città stessa, perché se lo merita". Poi, il tuffo, metaforico, ma intenso e profondo: "Il Moro di Venezia era più di una barca che regatava. Vincere la Louis Vuitton Cup fu una vera impresa, ma credo che il messaggio vero di Raul fu molto di più. Ci ha insegnato che, nella vita, ci sono le sfide. E ci ha fatto capire come si affrontano queste sfide. La barca e le regate erano l’esempio, ovvero lo strumento per imparare. Attorno alla vittoria e alla regata, c’era tutto il ‘plus’ che lui ha messo, cioè lo stile e la cultura. Che non era la cultura italiana, ma il suo modo di competere, il suo modo di fare gruppo, la sua fiducia in noi. Raul era sempre fiducioso, anche nei momenti difficili delle sconfitte. Abbiamo perso la Coppa America, ma il Moro di Venezia era qualcosa che andava oltre le sconfitte e l’agonismo. Era la parte umana. Lui ci ha fatto un regalo per la vita, perché ci ha insegnato il concetto della sfida. Il viaggio, in questo mondo, non è sempre in poppa; c’è anche da bolinare, e Raul ce lo ha fatto capire".

Paul Cayard ha poi raccontato il rapporto intimo con Raul Gardini: "Avevamo un carattere simile. Entrambi eravamo molto esigenti coi nostri collaboratori. Però, per arrivare al successo, bisogna spingere. Le vittorie non arrivano se sei ‘molle’. Io, essendo americano, avevo una cultura diversa rispetto a quella latina dei miei ragazzi. Oggi, a 64 anni, guardandomi indietro, devo ammettere che sono state esperienze bellissime, che hanno reso ricca la mia vita".

La vela come stile di vita: "La vittoria della Louis Vuitton Cup, più che un fenomeno di massa, ha fatto diventare la vela una cultura in Italia. Ricordo che, quando tornai in Italia nel ’92, a Roma presi un taxi. Ebbene, il taxista mi chiese perché avevo strambato in una determinata circostanza, piuttosto che andare dritto. Ovviamente non sapeva cos’era una strambata, ma ormai era diventata una moda. Tutti erano espertissimi e parlavano di vela".

Cayard ha poi rievocato in maniera non banale il famoso varo del Moro, curato da Franco Zeffirelli ed Ennio Morricone, alla Giudecca: "Chi mai aveva visto un varo del genere? Nessuno. Sì, fu un qualcosa di ‘esagerato’. Ma l’esecuzione di questa ‘esagerazione’ fu così bella e così perfetta, che fece la differenza rispetto a tutti gli altri. Non temo smentite. Azzurra è stata grande; Luna Rossa è stata bella. Ma il Moro di Venezia è stato il migliore, quello con più classe. E Raul portò il made in Italy dentro il Moro di Venezia".

Cayard ha infine parlato del Gardini visionario e clamorosamente lungimirante: "Raul era un uomo bello, senza paura. Magari, dentro di sé viveva gli stessi stress che viviamo tutti noi, ma dava l’impressione di non farsi condizionare. E, questo coraggio, da vero leader, lo trasmetteva a chi lo seguiva. Per questo motivo, ancora oggi è considerato un grande, e le sue teorie sono di strettissima attualità. D’altronde, già nel ’92, nelle interviste che rilasciava, parlava di inquinamento, mettendo in guardia sulla necessità del riciclaggio e delle energie alternative. Il mondo, solo oggi ha capito che c’è un problema e che occorre fare qualcosa, ma lui lo aveva detto oltre 30 anni fa".