Nell’interrogatorio di garanzia di lunedì mattina, il medico 64enne Mauro Passarini – di origine bolognese ma da tempo residente a Marina di Ravenna dove mercoledì sera la polizia gli ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – ha negato di avere mai ricevuto danaro. Ha però ammesso che si prestava a simulare la vaccinazione di quei no vax che andavano da lui e glielo chiedevano: con la lista dei 79 Green pass sotto, ha indicato chi effettivamente è andato per vaccinarsi (circa solo un terzo del totale) e chi per simularlo. Ha infine indicato in un guaritore-pranoterapeutica di una città veneta che aveva conosciuto in occasione di seminari, la persona che avrebbe fatto il suo nome a diversi no vax del Nord (soprattutto dalla provincia di Belluno ma nella lista ci sono arrivi pure dalle province di Venezia, Udine, Torino e Rovigo) giunti poi ai suoi due ambulatori a Ravenna, uno a Marina e uno in città.
Per quanto riguarda lui stesso, Passarini ha respinto la definizione di ‘no vax’ essendosi auto-vaccinato. Tuttavia ha in sintesi spiegato di essersi prestato alle richieste dei no vax perché riteneva il vaccino pericoloso e nocivo. Sui 1.550 euro trovati in tasca al momento della prima perquisizione della squadra Mobile, il 17 ottobre, ha detto che li aveva dimenticati lì dopo averli prelevati per un corso di meditazione giorni prima. E di mera dimenticanza ha parlato anche per le 13 fiale di vaccino Pfizer ritrovate dagli inquirenti – coordinati dal pm Angela Scorza – sempre il 17 ottobre, abbandonate a temperatura ambiente (cioè ormai inutilizzabili) su un lettino di un ambulatorio. Deve rispondere di falso, peculato e corruzione. Al termine dell’interrogatorio durato circa due ore, l’avvocato difensore Carlo Benini ha chiesto i domiciliari. Il gip Corrado Schiaretti si è riservato la decisione.