REDAZIONE RAVENNA

Passarini: "Però non ho preso soldi"

Ieri mattina davanti al giudice il lungo interrogatorio di garanzia del 64enne medico arrestato mercoledì con l’accusa di avere simulato vaccinazioni Covid a pazienti no vax

E’ entrato nella piccola aula del gip verso le 9.30 circondato dagli agenti della penitenziaria. Poi una lunga attesa legata a un contrattempo. E’ così ha iniziato a parlare solo verso mezzogiorno per firmare il verbale e uscire a cavallo delle 14. Due ore di fila con gli occhi sgranati sulla lista dei primi 79 Green pass sequestrati dalla polizia. E lui lì, a indicare chi sì e chi no. E alla fine nella tarda mattina di ieri, al termine dell’interrogatorio di garanzia, Mauro Passarini, il medico 64enne arrestato mercoledì sera a Marina di Ravenna con l’accusa di avere simulato vaccinazioni anti-covid19 solo per fare ottenere il certificato verde a decine di no vax, di nomi ne ha restituiti una ventina.

Il che significa che a suo avviso i rimanenti - cioè i due terzi della lista - erano andati da lui con il chiaro intento di non farsi vaccinare. Come dire che sapevano che nella siringa c’era ad esempio acqua, soluzione fisiologica o chissà cos’altro - o forse nemmeno l’ago venuto premuto contro la pelle - ma che andavano da lui per il certificato verde perché sapevano che su di lui potevano contare. Nella maggior parte dei casi, per continuare ad avere una vita da ’vaccinati’, tra lavoro e locali pubblici sventolando alla bisogna il Grenn pass.

Nella lista dei sedicenti vaccinati - sempre secondo il nostro - figura anche uno dei due medici - una psichiatra e un oculista - che compaiono tra i 79 nomi. Tra quelli effettivamente vaccinati, ci ha invece infilato il poliziotto suo assistito indagato per essere entrato nel sistema informatico della questura e avere letto quanto fin lì riportato sul 64enne. E ci ha messo la bimba di 12 anni accompagnata apposta dal padre no vax da Belluno fino a Marina il cui caso aveva fatto scattare l’indagine. Per entrambi i casi, sebbene in doppia dose, è tuttavia emersa la negatività alla ricerca di anticorpi covid.

In ogni modo, Passarini ha spiegato di non avere ricevuto da nessuno un solo centesimo: e i 1.555 euro che la squadra Mobile gli aveva trovato in tasca alla prima perquisizione del 17 ottobre successiva alla vaccinazione della 12enne, li aveva prelevati giorni prima per un corso di meditazione e se li era dimenticati. Il medico ha precisato di essersi cioè solo prestato alle richiesta di quei no vax a lui convogliati in special modo da un guaritore pranoterapeuta di una città del nord che aveva conosciuto durante alcuni corsi. Per quanto riguarda lui stesso, Passarini, di origine bolognese ma da tempo residente Marina, ha in sintesi negato di essere un no vax tanto da essersi a sua volta auto-vaccinato. La sua opera - ha spiegato - era piuttosto animata da un certo risentimento verso un vaccino che considerava pericoloso e nocivo. Per quanto riguarda le 13 fiale Pfizer recuperate dagli inquirenti sempre il 17 ottobre abbandonate a temperature ambiente - quindi inutilizzabili - su un lettino del suo secondo studio a Ravenna, l’indagato ha detto di averle semplicemente dimenticate lì dopo un malore seguito da un momento di sconforto personale.

"Ha spiegato quello che c’era da spiegare", ha detto il suo avvocato Carlo Benini uscendo dall’interrogatorio. Passarini è stato poi riaccompagnato in carcere in attesa che il gip Corrado Schiaretti si pronunci sulla richiesta di domiciliari fatta dalla difesa.

Andrea Colombari