Negli spazi che dal 29 novembre ospiteranno la Taverna Byron, il bar, il negozio, il Museo delle bambole e il bookshop, si intrecciano le storie della Carboneria e di Lord George Byron, e perfino quella della seconda guerra mondiale. Se gli spazi del Museo Byron sono stati ricavati al piano superiore di Palazzo Guiccioli, tra i grandi ambienti introdotti dallo scalone principale dove trovava posto anche il Gabinetto del Lord, la ristrutturazione del pianterreno consentirà di vivere una storia speciale, fatta di atmosfera, di segrete stanze ancora intrise di misteri, con le ambientazioni ancora intatte .
"La Taverna Byron – spiega Donatino Domini, coordinatore del Comitato Scientifico del Museo – trova spazio in quelli che erano i magazzini dove Byron teneva le armi acquistate da lui stesso per la Carboneria Ravennate, aiutato in questo da Ruggiero e Pietro Gamba. Addirittura in questi stessi spazi potrebbero essersi riuniti i primi patrioti di Ravenna, nell’epoca 1796-1798. All’indomani della Restaurazione austro-russa del 1799, infatti, vennero denunciati alle autorità personaggi e luoghi di ritrovo dei patrioti durante il triennio, tra cui Palazzo Guiccioli".
Affascinante anche la storia di quelli che saranno il bar e il bookshop. "Il bar del Museo Byron e del Risorgimento racconta – spiega ancora Domini – un altro aspetto molto particolare di Byron che portò da Venezia i suoi animali, costruendo un piccolo zoo proprio negli ambienti in cui sorgerà il bar. Anzi, lì c’era una vera e propria scuderia perché gli animali preferiti da Byron erano i cavalli, con i quali poi andava a cavalcare al mattino in pineta dove conobbe proprio i carbonari".
Il bookshop ci porterà invece in un altro periodo storico: "Dove è stata allestita oggi la libreria, nell’Ottocento c’erano locali prettamente di servizio senza una storia particolare: è importante però ricordare che qui i tedeschi costruirono durante la Seconda Guerra mondiale un bunker destinato a proteggere i loro soldati durante i bombardamenti alleati. In quel periodo infatti Palazzo Guiccioli era stato trasformato in una caserma".
Una delle particolarità che desteranno grande curiosità è l’inserimento, all’interno dei percorsi, del Museo delle bambole e altri Balocchi di Graziella Gardini Pasini che racconterà la storia più recente del complesso di Palazzo Guiccioli: il Museo trova infatti spazio nel retro verso via Morigia, ovvero nella parte ancora non edificata nell’Ottocento e che lo fu solo successivamente. La visita alla collezione di bambole consentirà al visitatore di vivere attraverso i costumi, i dettagli, le ricostruzioni, l’arte e la fantasia di questi preziosi oggetti, la storia dal 1850 al 1950, periodo di riferimento delle bambole.