Palasport pronto entro il 2026: "Ci sono le condizioni per finire i lavori e rispettare le scadenze"

L’opera, che doveva essere terminata cinque anni fa, ha subìto ritardi causa Covid, interdittive antimafia e alluvione. L’assessora Del Conte: "Si parte con le strutture portanti della copertura, sarà complesso".

Palasport pronto entro il 2026: "Ci sono le condizioni per finire i lavori e rispettare le scadenze"

La situazione del cantiere del nuovo palasport in viale Europa, di fronte al Pala de Andrè (foto Corelli)

Ravenna avrà il suo nuovo palasport entro il 2026. La certezza arriva dal fatto che l’amministrazione comunale ha messo nero su bianco le date entro le quali determinate lavorazioni dovranno essere completate dall’appaltatore Research consorzio stabile, che ha messo al lavoro il Consorzio Cear e la ditta RHBuilding. Una possibilità che deriva anche dal fatto che i problemi legati alle interdittive antimafia paiono superate e il Consorzio adesso ha avuto la proroga del commissario. "Ora – spiega l’assessora ai Lavori pubblici del Comune Federica Del Conte – il consorzio ha ottenuto la proroga del commissario e siamo nelle condizioni di avere un percorso tecnico meglio definito per arrivare a concludere i lavori del nuovo palazzetto. Sembra ci siano le condizioni per rispettare le scadenze richieste anche se ad oggi l’appaltatore deve ancora incassare dallo Stato le compensazioni dei prezzi, dovute ai rincari dei materiali, per il secondo semestre del 2022 e per l’ultimo trimestre del 2023".

La prima scadenza, quella più vicina, è rappresentata dal montaggio delle capriate, 833 tonnellate di acciaio che costruiscono la struttura portante della copertura. Qui la scadenza delle lavorazioni e del montaggio è fissata al 15 aprile 2025. "Un lavoro complesso visto che si tratta di portare in quota capriate lunghe quasi 80 metri, assemblate 4 per volta e innalzate grazie all’utilizzo combinato di grù idonee a sollevare portate di questo calibro", spiega. Una volta posate le capriate si tratta di costruire materialmente il tetto che sarà costituita da una doppia lamiera con coibentazione e dovrà essere terminato, altra data vincolante, entro il 13 giugno del prossimo anno. Di conseguenza, a partire dall’estate si andrà avanti con le altre lavorazioni quali ad esempio l’impiantistica, le pavimentazioni e le finiture per poi portare gli arredi.

"Abbiamo consegnato, nell’ambito delle prestazioni opzionali, i lavori di sistemazione esterna, vale a dire tutto quel che circonda il palasport, dal verde ai percorsi di accesso che adesso sono area di cantiere, mentre non abbiamo consegnato le opere opzionali relative agli arredi. È importante avere stabilito delle scadenze intermedie nell’ambito di lavorazioni strategiche per poter meglio controllare gli step determinanti per il completamento dell’opera. Se non ci saranno nuovi fattori giuridici a bloccare l’operatività del cantiere nel 2026 l’opera potrà avere le condizioni per essere completata". Ci saranno voluti 5 anni in più rispetto alle previsioni iniziali ma di mezzo c’è stato il Covid, l’alluvione e le interdittive antimafia che hanno prima fermato e poi rallentato in maniera importante il cantiere.

Una volta completato, il palasport sarà una struttura pubblica che non ha pari a Ravenna. Lungo 120 metri, largo 100 e alto 20, il nuovo palasport in grado di ospitare fino a 6.020 spettatori per eventi non solo sportivi. Le gradinate sono state pensate in 3 anelli. Quelle alla base si chiude a pacchetto, con i gradini che scorrono gli uni sugli altri e di fatto possono scomparire per aumentare superficie del campo principale nel caso serva per qualche evento particolare. La struttura poggia su fondazioni che hanno richiesto l’utilizzo di 5.100 metri cubi di cemento e su 822 pali lunghi dai 14 ai 16 metri. Per la copertura serviranno 8 travi lunghe 79,5 metri dal peso di 833. Numeri che danno l’idea della dimensione e della complessità della struttura che l’amministrazione comunale sta realizzando con una spesa che supererà i 20 milioni (rispetto ai 15,5 previsti prima di Covid e inflazione galoppante).

Giorgio Costa