Eugenio Fusignani, segretario Pri Ravenna, sulla vicenda Ortazzo-Ortazzino dice che "in merito al Parco del Delta del Po, due anni fa, come repubblicani abbiamo ‘salutato’ in modo positivo l’insediamento del nuovo presidente Massimiliano Costa e della direttrice Aida Morelli, entrambi ravennati, credendo che potesse finalmente esserci un occhio diverso su valli e pinete del Ravennate. Al punto che abbiamo deciso di sospendere la nostra idea, risalente all’ottobre 2010, di sdoppiamento del parco: da un lato infatti c’è il parco storico, con le saline e la pineta, e dall’altro il parco attivo. Un’idea maturata negli anni in cui ero assessore provinciale ai Parchi. Se però, sulla vicenda dell’Ortazzo-Ortazzino, l’ente parco dovesse adottare come visione quella dell’assessore all’ambiente di Comacchio Antonio Cardi, contrario all’acquisto dell’area da parte del Parco, ci opporremo. E forse riprenderemo l’idea di sdoppiamento, perché nulla più del Parco può essere considerato strategico dal punto di vista naturalistico, culturale e dello sviluppo del territorio. Sono questi i motivi per cui i terreni dell’Ortazzo-Ortazzino devono diventare di proprietà pubblica. Una posizione condivisa da Andrea Vasi, capogruppo comunale e consigliere provinciale Pri con delega al parco del Delta. Speriamo che si possa trovare presto un confronto costruttivo. Visto che i Comuni non possono esercitare la prelazione, solo l’ente Parco può farsi avanti. Ma è necessario il massimo sostegno dei Comuni interessati. Da questo punto di vista ci è piaciuta la posizione netta del sindaco di Ravenna Michele de Pascale: “Sì all’acquisto di una delle aree naturalistiche più pregiate a livello europeo”. Se davvero si vuole continuare a considerare unico il Parco del Delta del Po bisogna che ciò che è strategico per Ravenna lo sia anche per tutto il Parco". "In merito alla vendita dell’area alla nuova società privata, Cpi Real Estate Italy – continua Fusignani –, occorre verificare che tutte le procedure siano state espletate in modo corretto. Va inoltre capito perché l’ente Parco non sia riuscito nell’acquisto dell’area. I dirigenti dell’ente dicono di aver esercitato il diritto di prelazione, e allora come mai non è andato a buon fine? C’è il discorso del reperimento fondi attraverso mutui, impresa che evidentemente è difficile anche per tutelare un’area unica nel suo genere. Sulla questione si può andare più a fondo. A ogni modo dalla Cassa Depositi e Prestiti dello Stato ci si poteva aspettare una risposta diversa dal ‘no’, visto che è nata proprio per aiutare le istituzioni. L’ente Parco poteva sfruttare meglio la presenza del sindaco ravennate nel consiglio della Cassa Depositi. Al di là dei problemi economici e di bilancio, è ora di fare squadra e di acquisire l’area".
Cronaca"Ortazzo-Ortazzino I terreni devono diventare di proprietà pubblica"