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Ordine dei medici: "Obiettivi concreti. E i professionisti vanno coinvolti di più"

Il presidente uscente Falcinelli si ricandida alle elezioni di novembre "In corsa con un gruppo composto anche da giovani colleghi".

Stefano Falcinelli, attuale presidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri

Stefano Falcinelli, attuale presidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri

In novembre si vota per il rinnovo dei Consigli direttivi degli Ordini delle professioni sanitarie. Stefano Falcinelli è lo storico presidente dei medici e degli odontoiatri. "A volte l’Ordine viene confuso con un sindacato, ma non è così", sottolinea.

Che cos’è allora l’Ordine?

"È un ente pubblico, organo sussidiario dello Stato, a cui sono iscritti tutti i medici e gli odontoiatri e che ha precisi compiti di Legge: la tenuta degli albi, cioè garantire che quel medico e quel odontoiatra abbiano i requisiti per esercitare la professione; l’onere della conciliazione e la competenza disciplinare in caso di violazione del codice deontologico o, peggio di quello penale, la promozione della formazione permanente e dell’aggiornamento degli iscritti; la rappresentanza della professione verso le autorità, i cittadini comprese le associazioni di rappresentanza e di tutela. L’Ordine è a tutela dei valori della professione, i sindacati tutelano gli interessi dei professionisti".

Che bilancio può tracciare di questa consiliatura?

"La più difficile, segnata profondamente dalla pandemia. L’Ordine ha partecipato attivamente, su coinvolgimento della Prefettura, a informare i medici, a dare notizie sui corretti comportamenti ai cittadini, soprattutto nel lockdown, a organizzare per quanto di competenza la macchina dell’assistenza e poi a partecipare alle vaccinazioni. Nelle prime fasi arrivarono all’Ordine dal Ministero ben poche mascherine e non essendo sufficienti…eravamo a mani nude".

Quali sono invece le prospettive per la Sanità?

"Tutti gli indicatori del Ministero della Salute sono concordi nel dire che nel panorama nazionale siamo tuttora una delle realtà migliori; ma registriamo preoccupanti segnali di allarme: le attese in pronto soccorso, la carenza di personale in ospedale sia medico che infermieristico che sottopone i professionisti a un impegno faticoso e stressante, anche al limite del sopportabile, le lunghe liste d’attesa, una medicina del territorio che va riorganizzata per essere un reale filtro per le urgenze minori (l’esperienza dei Cau cosi come sono strutturati va superata, integrandoli funzionalmente nel territorio, come previsto dagli accordi nazionali recentemente conclusi) e deve essere sgravata da una burocrazia veramente soffocante. Purtroppo, molti medici e infermieri, vanno a lavorare all’estero o si dimettono prima dell’età della pensione per lavorare nel privato".

Quale può essere il ruolo dell’Ordine?

"In diverse occasioni l’Ordine è intervenuto e continuerà a farlo, in un confronto anche con l’Ausl, su temi di propria pertinenza quali la responsabilità e la competenza professionale. Le attuali gravi difficoltà dei medici ospedalieri e del territorio sono note all’Ordine che le ha più volte riportate all’attenzione delle istituzioni, per questo è importante che l’Ordine resti indipendente da ogni condizionamento e disponibile all’ascolto degli iscritti, come è accaduto in questi anni".

Qualche idea?

"Ascoltare di più e coinvolgere davvero i professionisti nei processi decisionali, per evitare il rischio di veder prevalere logiche organizzative, programmatorie ed economiche e si perdano di vista gli obiettivi assistenziali del sistema sanitario".

Lei si ricandida?

"Sì, e con me un gruppo molto rappresentativo delle varie istanze professionali e di genere con l’inserimento di giovani colleghi, nella prospettiva di un ricambio nella continuità. Per rappresentare l’Ordine sono necessarie preparazione e competenza; ho letto un programma, sostenuto da colleghi che non hanno mai partecipato alle assemblee dell’Ordine, che si propone di garantire servizi che l’Ordine dà già agli iscritti da anni e contiene progetti difficili da realizzare o dal contenuto più sindacale che ordinistico".

a.cor.