Faenza (Ravenna), 14 febbraio 2021- La figlia avrebbe voluto che l’amica rimasta nell’appartamento afferrasse un attizzatoio da camino e si precipitasse giù per le scale a vedere cosa stava succedendo. Ma è stato il padre a frenare: e dopo un "oddio mi sento male", ha invitato invece la giovane a rimanere ben chiusa a chiave nella sua camera da letto.
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È un documento eccezionale quello in mano agli inquirenti: perché si tratta della registrazione di una telefonata fatta proprio mentre a cavallo delle 6 del 6 febbraio scorso in via Corbara alle porte del centro di Faenza, un killer, al momento senza nome, sta ammazzando la 46enne Ilenia Fabbri.
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In quel frangente l’ex marito della vittima – il 53enne Claudio Nanni ora indagato per omicidio pluriaggravato in concorso con persona ignota – si trova alla guida della sua auto alla volta di Milano dove sta andando per ritirare una vettura. Accanto a lui c’è la figlia Arianna, convivente della vittima: la giovane è uscita dall’abitazione dopo avere ricevuto alle 5.57 un messaggino dal padre in attesa in strada. Alle 6.05 il passaggio dell’auto con i due a bordo, viene documentato dal telepass dell’autostrada. E alle 6.06 a chiamare Arianna è l’amica che sta trascorrendo il resto della nottata nell’appartamento: ha sentito alcuni rumori sospetti seguiti dalle urla di Ilenia che chiede disperata a un intruso sconosciuto: "Chi sei? Cosa vuoi?". Quindi, prima di barricarsi incamera, ha intravisto la figura di quell’uomo - poi descritto come molto alto, ben piazzato, con spalle grosse e vestito di scuro - precipitarsi giù per le scale per inseguire la 46enne. Il timore in quel momento è che un ladro possa essersi intrufolato nell’abitazione. La figlia della donna non perde tempo: dice all’amica che vuole chiamare il 112 e riattacca subito. Ed è da questo momento che parte la registrazione della telefonata il cui destino sarà inevitabilmente quello di essere sbobinata per entrare a far parte del faldone dell’inchiesta.
Sono le 6.08 e a chiamare è ancora l’amica rimasta nell’appartamento: ma dato che Arianna è impegnata a parlare con la polizia, lei questa volta compone il numero del padre Claudio. E se possiamo raccontarvelo, è perché l’uomo nel suo telefonino già da qualche tempo aveva installato una applicazione che gli consentiva di registrare le chiamate. La giovane, comprensibilmente spaventata per via della situazione, ha bisogno di un conforto almeno fino dell’arrivo della polizia (giunta alle 6.20): ecco perché chiama il 53enne. Intanto anche padre e figlia continuano a parlare: lei lo invita ad andare più veloce, "è urgente, accelera", gli dice. La vettura torna indietro verso via Corbara, là dove una ventina di minuti dopo la registrazione delle telefonata si interromperà. L’uomo resta per un po’ apparentemente in silenzio limitandosi a mormorare qualcosa come "oddio, mi sento male". A un certo punto l’amica dall’abitazione fa presente di non sentire più alcun rumore provenire dal primo di tre livelli nei quali è organizzato quell’appartamento e dove la donna verrà poi trovata sgozzata. Arianna reagisce preoccupata lanciando all’altra una esortazione di questo tipo: "Prendi l’attizzatoio da camino e va giù a vedere".
Ma il padre frena: meglio di no – ribatte – meglio che se ne stia chiusa in camera, che non esca. Un sacrosanto consiglio da buon padre di famiglia o la preoccupazione di chi sapeva in anticipo e fin nei dettagli cosa stava accadendo in quell’appartamento? Le indagini della polizia – coordinate dal pm Angela Scorza – al momento puntano a scandagliare la seconda ipotesi: anche perché, come riferito a caldo dal 53enne quando ancora non era indagato, lui non sapeva che la giovane testimone quella notte si sarebbe fermata a dormire nella casa dove è stata uccisa Ilenia.