Faenza, 6 marzo 2021 - Il danaro, per definizione, passa di mano in mano. Inevitabile che chi lo tocca, lasci magari le proprie impronte sulle banconote. Ecco perché gli inquirenti cercheranno di isolare quelle presenti sui circa 2.200 euro sequestrati nell’abitazione di Rubiera, nel Reggiano, del 53enne Pierluigi Barbieri, alias lo Zingaro. L’uomo, di origine cervese, era stato arrestato mercoledì quale presunto esecutore materiale del delitto di Ilenia Fabbri, la 46enne sgozzata il 6 febbraio scorso nel suo appartamento di via Corbara a Faenza. Il danaro lo custodiva in parte in tasca e in parte in un borsello nell’armadio in camera: l’intenzione è quella di comparare le impronte rilevabili con quelle del secondo uomo arrestato sempre dalla polizia nello stesso giorno: il 54enne faentino Claudio Nanni, ex marito della vittima e inquadrato dall’accusa quale mandante dell’omicidio.
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Le indagini puntano cioè a risalire all’origine di quel contante e a capire se possa o meno essere legato al delitto di Ilenia. Sull’eventuale compenso corrisposto al killer, il procuratore capo Daniele Barberini subito dopo gli arresti aveva assicurato che “sono in corso indagini bancarie” sebbene “non ci sono grandi aspettative anche perché non credo che troveremo un assegno”. Aveva poi aggiunto di non pensare “a una cifra altissima”. E, almeno da questo punto di vista, 2.200 euro rispondono al requisito in questione: ammesso e non concesso che costituiscano davvero parte del compenso, la loro consegna sarebbe nel caso da collocarsi al più tardi al 29 gennaio, data dell’ultimo contatto tra Nanni e Barbieri a Faenza come dedotto dalle indagini di squadra Mobile ravennate e Sco romano coordinate dal pm Angela Scorza. In poco più di un mese – sempre in astratto – chi li avesse ricevuti, avrebbe avuto modo di spenderne una parte ma non certo di fare spese pazze (che come tali avrebbero attirato l’attenzione degli inquirenti). Seguendo questo ragionamento ipotetico, il totale non sarebbe stato tanto più alto assestandosi al massimo a poche migliaia di euro.
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Altre giornate di possibile consegna del danaro, cadono nello stesso periodo visto che gli inquirenti, soprattutto grazie alla lettura dei tabulati telefonici e alla visione dei filmati delle telecamere di sicurezza, hanno rilevato che il Nanni il 19 gennaio era andato a Rubiera e il Barbieri il giorno dopo era venuto a Faenza. I due invece non si erano incontrati la mattina del delitto quando la Toyota Yaris in uso al Barbieri - per a quale si è in attesa dell’esito dei rilievi con luminol - secondo l’accusa era stata filmata a meno di un’ora dal delitto dalle telecamere sparse per il quartiere dove abitava Ilenia. Sempre in chiave accusatoria, appare invece difficilmente collocabile in tal senso il prelievo di 20 mila euro dal conto corrente che, secondo una testimone, il Nanni avrebbe fatto a giugno 2020: in quel momento lo Zingaro si trovava infatti in carcere (dal 6 aprile) per una contestata spedizione punitiva di febbraio a Predappio: la sua scarcerazione risale al 10 di agosto e i suoi contatti con l’amico Nanni, con cui condivideva la passione delle moto, erano ripresi solo il 17 agosto. Per entrambi, l’interrogatorio di garanzia è fissato per lunedì.
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