Faenza (Ravenna), 14 marzo 2021 - Uccidere la moglie per 20 mila euro più un’auto o solo spaventarla per 2.000 euro? Nell’omicidio di Ilenia Fabbri, uccisa suo appartamento a Faenza, il danaro è lo spartiacque. Da una parte si va verso la totale ammissione di Pierluigi Barbieri, alias lo Zingaro, il 53enne di origine cervese ma domiciliato nel Reggiano reo confesso dell’omicidio della donna su commissione. Dall’altra si arriva alla parziale ammissione dell’ex marito della vittima, il 54enne Claudio Nanni secondo il quale lui aveva dato mandato allo Zingaro solo per spaventare Ilenia senza torcerle un capello.
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E per metterli dove? Ed è a questo punto che si arriva all’Ungherese, referente di un’azienda specializzata nella compravendita di pellet: probabilmente era stata proprio la donna a mettere in contatto Nanni con l’Ungherese per un investimento che alla fine aveva raggiunto i 20-30 mila euro. A un certo punto però Nanni si era messo in testa di tornare in possesso di quei soldi: in contanti e a tempo zero. Uguale a mail e messaggi telefonici, in principio scritti in maniera garbata e poi in modo sempre più veemente, arrivando anche a promettere all’uomo un chiarimento sotto casa. In particolare gli servivano 15 mila euro e subito: per il resto avrebbe aspettato. Ma per farci cosa?
Si torna qui alla versione dello Zingaro e a quell’accordo con il Nanni a suo dire perfezionato mesi prima del delitto di Ilenia. Ed ecco sul piatto della confessione i 20 mila euro e l’auto, promessi ma non ancora consegnati. Alla fine di tanta dovizia numerica, il Barbieri nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip aveva voluto esprimere un timore ora che "ho confessato". Perché – aveva detto - "Nanni è aggressivo e vendicativo": e così lui ora teme ritorsioni per la sua compagna. A riprova, aveva aggiunto che l’amico faentino "mi aveva chiesto di fare un’altra cosa" ovvero di "menare un’altra persona", citando in maniera generica qualcuno a cui Nanni avrebbe consegnato soldi per investimenti poi sfociati in dissidi. Le verifiche della polizia – coordinate dal pm Angela Scorza – puntano ora a chiarire chi mai potesse essere quella persona: se proprio l’Ungherese, la donna che glielo aveva fatto conoscere o qualcun altro ancora nella filiera di investimento del danaro.