Ravenna, 5 luglio 2021 - Al termine di una requisitoria andata avanti per circa un paio di ore, il Pm Lucrezia Ciriello ha chiesto l'ergastolo senza il riconoscimento di alcuna attenuante per Riccardo Pondi, il 40enne ravennate arrestato nella notte tra il 18 e il 19 dicembre 2019 dai carabinieri poco dopo avere strozzato la moglie, la 31enne Elisa Bravi, nella camera da letto della loro villetta di Glorie di Bagnacavallo al culmine di una lite domestica.
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L'uomo deve rispondere di omicidio volontario pluriaggravato: dalla relazione di coniugio, dalla coabitazione e dalla situazione temporale. Il Pm ha suddiviso la ricostruzione dell’accaduto in quattro capitoli per restituire il quadro di una "azione cruenta, efferata, convinta, persistente: lui voleva uccidere a tutti i costi“. Un delitto non premeditato ma caratterizzato da “una volontà di intensità massima".
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In quanto all’imputato, come sostenuto sia dal perito della Corte Michele Sanza che dal consulente della Procura Roberto Zanfini, dal punto di vista psichiatrico “è capace di intendere e volere“ sebbene i timori di avvelenamento espressi. La sua ossessione di essere tradito e abbandonato, era cioè “un pensiero malato ma non patologico“.
A ruota davanti alla Corte presieduta dal giudice Cecilia Calandra (a latere la collega togata Antonella Guidomei), hanno preso la parola le parti civili a partire dall’avvocato Annalisa Porrari (in sostituzione anche del collega Giuseppe Della Casa impossibilitato a presenziare) per i genitori e uno zio materno della vittima costituitisi in proprio e, nel caso del padre, quale tutore delle due figlie piccole della coppia: la richiesta totale di risarcimenti ammonta a circa 4 milioni di euro. Hanno quindi preso la parola l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna e il Comune di Bagnacavallo (avvocato Manuela Liverani); ‘Udi - unione donne in Italia’ (avvocato Sonia Lama) l’associazione lughese ‘Demetra – donne in aiuto’ (avvocato Monica Miserocchi); e ‘Dalla parte dei minori’ (avvocato Maddalena Introna). L'imputato, presente, è rimasto sempre in silenzio. Gli avvocati difensori Ermanno Cicognani e Francesco Manetti parleranno domattina. Quindi, al netto di eventuali repliche, è attesa la camera di consiglio e la conseguente sentenza.