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Cronaca

Omicidio Elisa Bravi, un fiore per ricordare la vittima uccisa dal marito

La cerimonia ieri mattina all’ingresso del Ginanni, scuola che la ragazza aveva frequentato. Erano presenti i genitori

La cerimonia a scuola per ricordare Elisa Bravi

Ravenna, 22 settembre 2021 - Ieri , nel giorno in cui Elisa Bravi (foto) avrebbe compiuto 33 anni, all’ingresso dell’Istituto Ginanni di via Carducci, la ‘sua’ scuola, è stato inaugurato un fiore in mosaico del progetto ‘Ravenna città amica delle donne’. Un omaggio alla giovane donna vittima di femminicidio nel 2019, quando nella notte tra il 18 e il 19 dicembre è stata uccisa dal marito.

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Alla cerimonia, organizzato da Linea Rosa, erano presenti anche i genitori di Elisa, Antonella Mescolini e Gianluca Bravi, che sono rimasti in silenzio, emozionati e con gli occhi lucidi per tutto il tempo. L’affissione della mattonella di mosaico, realizzata da Anna Fietta, è stata accompagnata da un progetto che ha coinvolto studenti e studentesse delle quinte dell’istituto, ed è stato uno di loro, Giorgio Mingarelli, a scrivere la frase sulla targa che accompagna la mattonella. Sono intervenuti l’assessora Ouidad Bakkali, che ha sottolineato come quel fiore "non sia un ornamento, ma un simbolo anche politico della lotta al femminicidio".

Poi si è rivolta gli studenti, per spiegare loro il significato della parola ‘femminicidio’. Accanto a lei il sindaco, Michele de Pascale, ha ricordato che "la città non dimentica". E ha aggiunto: "A Ravenna c’è una rete che non ci fa essere soli e sole. Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma è la prima cosa da fare. Quello che è successo a Elisa non nasce da quel gesto, ma da un substrato inculturale che ha origine nelle azioni e nei comportamenti quotidiani".

Il sindaco ha ricordato ai ragazzi l’importanza non solo del proprio comportamento, ma la necessità di non accettare la violenza espressa dagli altri, "perché la colpa è anche di chi di fronte a chi offende e umilia non si alza e dice ‘vergogna’". Alessandra Bagnara, presidente di Linea Rosa, ha parlato di patriarcato, di una cultura a causa della quale "ci troviamo di fronte a uomini che ritengono di essere i padroni, i proprietari non solo di oggetti ma anche delle persone e quindi di poter decidere anche della loro vita".

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Sono oltre 350 le donne che annualmente si rivolgono al centro antiviolenza per chiedere aiuto. Alla cerimonia sono intervenute anche la dirigente della scuola Fausta Labidonisia e la vicepresidente della Provincia, Eleonora Proni.