REDAZIONE RAVENNA

Omicidio choc in centro. Da un banale alterco in piazza alla coltellata mortale in casa

La vittima è il 47enne ravennate Cristian Battaglia, colpito da un solo fendente. La polizia ha arrestato il 62enne Mario Antonio Iadicicco, originario di Latina.

Omicidio choc in centro. Da un banale alterco in piazza alla coltellata mortale in casa

Un fendente è bastato per trasformare un banale dissidio da strada in una tragedia irreversibile. Un unico fendente menato da quello che probabilmente era un suo amico. La vita di Cristian Battaglia, imbianchino 47enne di Ravenna, si è fermata attorno alle 23 di mercoledì scorso poco dopo l’arrivo in ospedale. La coltellata gli ha centrato la parte superiore dell’addome procurandogli quello che i medici chiamano ’versamento interno’. In quegli stessi momenti la polizia ha arrestato con l’accusa di omicidio aggravato, il 62enne Mario Antonio Iadicicco, disoccupato, originario di Formia, in provincia di Latina, ma da tempo residente a Ravenna. Il pm Stefano Stargiotti ha già disposto l’autopsia che verrà eseguita domani mattina dal medico legale Silvano Zancaner. L’udienza di convalida è attesa nelle prossime ore davanti al gip Corrado Schiaretti.

Secondo quanto finora ricostruito dagli investigatori della squadra Mobile e delle Volanti, la scintilla è scoccata poco dopo le 19 in piazza Baracca. Battaglia e Iadicicco si trovavano assieme a un 53enne di origine magrebina che abita con quest’ultimo. Una serata come tante altre tra birre e chiacchiere quando all’improvviso, come reazione a un epiteto forse pronunciato con intenzioni di scherno dal 53enne nei confronti del 47enne, questi ha reagito. Non è escluso che l’alcol possa avere fatto da volano alla escalation: di sicuro inizialmente il 62enne si è frapposto tra i due per dividerli. L’animato confronto ha preso una brutta piega quando è volata una bottiglia.

Qualcuno ha allertato le forze dell’ordine: la Volante, al suo arrivo in piazza, ha trovato il solo 47enne (gli altri si erano subito allontanati), lo ha identificato e ha verbalizzato l’episodio: particolare questo molto importante per la soluzione lampo del caso.

Più di tre ore dopo il 47enne - che abitava in via d’Azeglio - è andato all’appartamento del 62enne, un alloggio popolare della non distante via Cura. Poche centinaia di metri insomma che deve avere percorso animato da un certo livore. Una volta nell’abitazione, dopo una breve colluttazione con il 62enne, è stato centrato da un fendente sferrato con un coltello da cucina poi recuperato dalla Scientifica.

Una dinamica testimoniata anche dalla scena del crimine che si presentava ieri mattina con vari cocci di vetro sparsi sul pavimento. Poche invece le tracce ematiche. Di sangue non ne è cioè uscito molto: ciò deve forse avere indotto la vittima a sottovalutare la situazione. Tanto che dopo la coltellata, il 47enne è uscito dall’abitazione, ha percorso una rampa di scale e ha raggiunto il marciapiedi per dirigersi verso casa. All’improvviso si è però accasciato. Ed è lì che un amico di passaggio - il quale era stato con lui fino a poco prima -, ha lanciato l’allarme. Una volta sul posto, un agente delle Volanti ha realizzato che si trattava dello stesso uomo identificato su piazza Baracca poche ore prima. E così la polizia ha raggiunto in breve l’appartamento del 62enne, indicato appunto quale uno dei contendenti del tafferuglio delle 19.

Quando gli inquirenti sono entrati, il sospettato e il co-inquilino ancora non sapevano della morte del 47enne. Una circostanza, questa, che può avere fatto la differenza nelle ammissioni iniziali. Di sicuro il 62enne, ascoltato per oltre un’ora e mezza in tarda mattinata in procura alla presenza del suo legale Massimo Ricci Maccarini, ha scagionato il magrebino da ogni eventuale responsabilità. E ha in buona sostanza spiegato di essersi spaventato quanto il 47enne è entrato in casa; di avere ricevuto almeno uno schiaffo e di avere reagito con il coltello. Trasformando così un banale dissidio da strada in una tragedia irreversibile.

Andrea Colombari