Bagnacavallo (Ravenna), 25 dicembre 2019 - Elisa se n’è andata, e al suo posto rimangono tante domande senza risposta. E prima ancora degli inquirenti, se le fanno i parenti e gli amici, increduli di fronte alla tragedia. Tra questi c’è Chiara Bernardini, che conosceva Elisa Bravi da tempo.
Elisa le aveva detto come andavano le cose col marito? «Sapevo che avevano dei problemi, erano un po’ in crisi: me lo aveva detto. Ma mai avrei pensato a una cosa simile, di questa gravità. Mai avrei pensato che potesse finire in questo modo. Credevo che si trattasse di normali discussioni che accadono all’interno delle coppie».
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Sapeva che Elisa e Riccardo andavano da un terapeuta? «No, questo no. Elisa era comunque abbastanza riservata».
Elisa le aveva confidato che il marito le controllava il cellulare? «No, mai».
Di che tipo di problemi le aveva parlato Elisa? «Era un po’ preoccupata, ma più che altro per Riccardo. Non credo che temesse per se stessa. Elisa era una donna molto forte, sicura di sé. Se avesse avuto il sentore di ciò che sarebbe accaduto, sono sicura che avrebbe chiesto aiuto».
Che cosa la preoccupava del marito? «Diceva che Riccardo era particolarmente sotto stress, forse anche per via del corso da vigile del fuoco per cui andava a Bologna. Era anche dimagrito molto. Lei però pensava e sperava che la situazione potesse risolversi, tornare alla normalità».
Quando è stata l’ultima volta che ha visto Elisa? «Circa 20 giorni fa, a una pizzata con un gruppo di amici. E mi era parsa tranquilla, come sempre. C’era anche Riccardo quella sera, e lo avevamo visto tutti notevolmente dimagrito».
Elisa e Riccardo avevano traslocato da poco a Glorie. Le era sembrata una scelta libera, da parte di lei? «Sì, sì. Anzi, forse era più una scelta di Elisa che di Riccardo. Hanno traslocato molto velocemente, e lei era molto contenta della casa nuova. Voleva andare a vivere in campagna per le bambine, perché potessero stare all’aria aperta a giocare».
Elisa aveva da poco cambiato anche lavoro. Gliene aveva parlato? «Sì, si trovava bene alla Consar. Mi aveva detto che non era facile conciliare l’impiego e gli impegni famigliari, ma era contenta del nuovo lavoro. E per lei comunque al primo posto restavano le sue due bambine».