REDAZIONE RAVENNA

Oggi la festa degli Angeli custodi. Messa e benedizione nella chiesetta

In via Cura la funzione delle 17 sarà celebrata dal vescovo. Dalle 14.30 alle 19.30 sono attesi bambini e famiglie

Nella chiesa dei Santissimi Giovanni e Paolo, in via Cura, alle 16.30 sarà celebrato il rosario (Zani)

Nella chiesa dei Santissimi Giovanni e Paolo, in via Cura, alle 16.30 sarà celebrato il rosario (Zani)

Fino a qualche anno fa la chiesa dei Santissimi Giovanni e Paolo in via Cura veniva aperta al pubblico solamente una volta all’anno il 2 ottobre, giorno della festa degli ‘Angeli custodi’. La chiesa, infatti, è chiamata dai ravennati la ‘Chiesa degli angeli custodi’ probabilmente perché nell’altare di sinistra è conservata una tela raffigurante un angelo custode. Nella giornata di oggi alle 16.30 è prevista la recita del rosario, cui seguirà alle 17 la messa solenne celebrata dall’arcivescovo monsignor Lorenzo Ghizzoni. Nel pomeriggio, dalle 14.30 alle 19.30, nella chiesa avrà luogo la tradizionale benedizione dei bambini e delle famiglie.

Anticamente la chiesa dei Santissimi Giovanni e Paolo era a tre navate e solamente nel 1758 fu ridotta nella forma attuale da Domenico Barbiani. La chiesa è famosa per due motivi: il campanile e un miracolo. Del campanile colpisce la sua forma strana, a pianta rettangolare fino a metà per poi assumere la caratteristica forma cilindrica. Di questo campanile esisteva in città una copia e i vecchi ravennati sicuramente lo ricorderanno perché nell’area presso Porta Serrata, dopo che i bombardamenti fecero piazza pulita di tutto, restò in piedi solamente il campanile di San Vittore, che all’epoca sorgeva in quell’area. Il campanile, però, non era antico ma fu fatto costruire, all’inizio del Novecento, dal parroco di allora, don Giulio Morelli, che aveva avviato il restauro della chiesa di San Vittore. Quando si trattò di rifare il campanile Corrado Ricci disse che "era meglio tenersi al tipo tradizionale" e suggerì di "copiare" il campanile dei Santissimi Giovanni e Paolo, chiesa coeva dell’antica San Vittore (V-VI secolo). Il campanile fu demolito “con un colpo di fune” l’8 febbraio del 1958. E ora veniamo al miracolo, raccontato nella ‘Storia dei Longobardi’ di Paolo Diacono. Venanzio Fortunato, nato a Valdobbiadene (Treviso) intorno al 530, visse per un certo tempo a Ravenna dove studiò grammatica, retorica e metrica acquistando una certa fama. Affetto da “un fortissimo male agli occhi”, Venanzio insieme a un certo Felice si recò nella chiesa di San Giovanni e Paolo e qui si unse gli occhi con l’olio di una lampada posta nei pressi dell’altare dedicato a san Martino Confessore. Ottenuta la miracolosa guarigione, prima che i Longobardi invadessero l’Italia, Venanzio si recò a Tours per visitare la tomba di San Martino. Stabilitosi a Tours fu consacrato sacerdote e nel 597 ne divenne vescovo.

Franco Gàbici